recensione diGiovanni Dall'Orto
Bambini d'amore [1996]
È la storia di due gemelli che verso i quattordici anni iniziano a esplorare la loro sessualità, (anche) assieme a un cuginetto più giovane.
Tuttavia per uno dei due la fase dell'"esplorazione" non finisce con l'avvicinarsi dell'età adulta, anzi attraverso brani del suo diario seguiamo l'adolescente mentre cresce, e mentre il suo desiderio evolve in senso omosessuale: prima in modo incerto e confuso, poi, all'Università, finalmente in modo chiaro e deciso.
Benché questo sia il racconto d'una "educazione sentimentale" gay, Lanzol ha evitato la tentazione d'essere didascalico: i suoi personaggi si muovono in una realtà assai confusa (quale è la realtà): a un certo punto c'è persino un (discreto) scambio di ruoli: contro le aspettative sarà il gemello più ostile all'omosessualità a diventare, da adulto, gay.
Insomma: questo non è un romanzo "a tesi": del tipo, "il protagonista accetta la sua omosessualità, dopodiché tutto diventa facile": al contrario Lanzol mostra che tutto va conquistato, in una società in cui la tentazione della violenza e dell'intolleranza non è mai sopita... me nel quale tutti senza eccezione siamo anche, come dice il titolo, figli dell'amore.