recensione diDaniele Cenci
Cowboys gay, demoni e dèi
Il Wyoming, teatro della nostra storia, è incastonato tra ben sei Stati americani: il roccioso Montana, dove nel 1876, a Little Big Horn, si scaverà la fossa il massacratore Custer; lo sconfinato Idaho, magico scenario dello struggente "Belli e dannati" di Van Sant; il monumentale Utah delle lente carovane dei mormoni, di "Ombre rosse" e di "Angels in America"; e, infine, il Colorado, il Nebraska e il South Dakota, terre che da sole evocano una maestosa natura selvaggia, l'epopea western, lo sterminio degli indiani. Ed è proprio nel Wyoming dei primi anni '60 che si accende l'amicizia tra Ennis e Jack, giovani braccianti semi-analfabeti, 'poveri, ma belli'.
Ingaggiati come pastori, il rude cameratismo iniziale sfocia presto in passione. La zona di pascolo dove s'incontrano le loro aspre solitudini è Brokeback Mountain - la montagna 'dalla schiena spezzata'. Mentre trascorrono una notte d'agosto in allegria al campo base, i capi loro affidati sconfinano in un altro appezzamento: per via dei marchi quasi cancellati, risulta pressoché impossibile ridividere correttamente le greggi. E l'autrice osserva: "Ennis sapeva che le pecore erano mischiate. Inquietante come tutto pareva mischiato."
Anche i desideri dei due protagonisti sono ormai rimescolati da cima a fondo dopo la loro prima notte, evocata dalla Proulx con una scrittura scarna ma carica di magnetismo animale: "...e non volle saperne quando Jack gli prese la mano sinistra portandosela sull'uccello eretto. Ennis strappò via la mano come se avesse toccato il fuoco, si sollevò sulle ginocchia...e, con l'aiuto dei fluidi suoi e di un po' di saliva, gli andò dentro, cosa mai fatta prima ma non occorreva un manuale di istruzioni. Se la fecero in silenzio salvo per qualche ansito e il soffocato ' sto partendo' di Jack". Poi lasceranno che la cosa accada un po' ovunque, anche in pieno giorno (spiati col binocolo dal loro intendente Aguirre). Ma la coscienza del loro amore è confusa, inaridita dal retaggio di una tradizione omofoba e machista, tanto da far dire a Ennis: "Mica sono un finocchio", e a Jack, di rimando: "Neanch'io. Mai capitato prima. Riguarda solo noi". Ennis appare meno 'liberato', ma, affamato com'è di sesso e complicità amorosa, va "a tutto gas su tutte le strade, che si trattasse di sudarsela o di spassarsela". A nove anni è stato però indelebilmente marchiato a sangue dallo 'spettacolo' di un cadavere abbandonato in un fosso, a cui l'ha costretto ad assistere il padre, perché gli sia di monito: hanno ammazzato Earl, che da una vita condivideva il ranch e il letto col compagno Rich; l'hanno trascinato "legato per l'uccello finché non era venuto via, spappolato...". Qui la penna s'intinge di nero inchiostro pur di denunciare la ferocia di uno dei tanti 'omocidi' che da sempre insanguinano il mondo.
Trascorrono quattro interminabili anni da quella prima, favolosa estate. I due - che hanno alle spalle matrimoni di convenienza e marmocchi - si rincontrano: Jack ora si guadagna da vivere nel circo ambulante dei rodei e porta sul corpo i segni delle molte, rovinose cadute; Ennis ha seguitato a fare il mandriano...di pecore. Decideranno di non perdersi più di vista, di ritrovarsi ogni anno a Brokeback Mountain, lontano dalle famiglie e dagli affanni del duro lavoro, per suggellare nel sesso l'antico legame: "Una cosa non cambiava mai: la vivida carica delle loro rare unioni era oscurata dal senso del tempo che volava via, mai abbastanza tempo, mai abbastanza". Poi, ventanni dopo il loro primo incontro, in una giornata tersa, di un azzurro intatto "che a guardare in su ci si poteva annegare", Jack confessa che vorrebbe riuscire a mollarlo, perché non gli bastano più "un paio di scopate ad alta quota un paio di volte l'anno...", vorrebbe condividere un progetto di vita, rifarsi un'esistenza lontano dalle prigioni familiari e dalle convenzioni sociali. Tra i due emergono - "come grandi nubi di vapore da una fonte termale in inverno"- "gli anni di cose non dette e non dicibili adesso...". Si fa avanti la consapevolezza che nel loro rapporto non ci possa essere "niente di finito, niente di iniziato, niente di risolto". Eppure niente è mai riuscito ad offuscare quell'unico momento di autentica, incantata felicità nelle loro separate e difficili esistenze, quel silenzioso abbraccio di tanti anni prima "che placava una sete condivisa e ...le fiamme che lanciavano sprazzi rossastri di luce e l'ombra dei loro corpi che era un'unica colonna sulla roccia". E si dipana il filo rosso omoerotico che, complice un falò sulle rive di un torrente montano (memorabile quello acceso da Jim nel pionieristico e coraggioso "La statua di sale" di Vidal), lega molte amicizie nella tradizione narrativa americana - acutamente scandagliata da Fiedler ("Love and Death in the American Novel", 1960) e Sarotte ("Comme un frère, comme un amant", 1976) - e nel cinema USA, da " I fanciulli del West" ("Way Out West", 1937) dei longtime companions Laurel & Hardy, agli spiazzanti "Lonesome Cowboys" gay dell'accoppiata Morrissey/Warhol, dagli 'amanti tebani' di "Butch Cassidy" Newman & Redford, ai randagi "Belli e dannati" River Phoenix & Keanu Reeves; sul fronte lesbico, le mandriane ecologiste dell'utopia surrealista di Van Sant "Cowgirl - Il nuovo sesso", e la adolescente 'butch' massacrata in "Boys don't cry".
Torniamo al nostro racconto, che all'improvviso prende una tragica piega. Una cartolina, in cui Ennis chiede a Jack di confermare la sospirata battuta di caccia programmata per novembre, torna indietro con la stampigliatura "deceduto". La versione dell'incidente, raccontata dalla moglie di Jack, non lo convince: lo attanaglia la memoria dell'atroce 'omocidio' di cui è stato testimone nella sua infanzia. Decide di andare a trovare i genitori di Jack, si ritira nella stanza dell'amico. In un armadio, all'interno di una sdrucita camicia di Jack - che ancora trattiene il suo odore, è nascosta un'altra camicia, questa volta di Ennis, sottratta a sua insaputa dal compagno come pegno d'amore: "come due pelli, una nell'altra, due in una". Se ne va senza esser riuscito a riprendersi le ceneri dell'amico per spargerle nella loro segreta 'valle dell'Eden'. Una veduta di Brokeback Mountain e due camicie indissolubilmente intrecciate accompagneranno Ennis sul suo camioncino per il resto dei suoi giorni, lancinante memento d'occasioni per sempre perdute, ferita aperta di un amore che non si rassegna alla fine. La scrittrice lascia Ennis e i lettori nel dubbio sulla vera causa della morte di Jack: si è trattato veramente di una tragica fatalità o non è stata piuttosto raccontata a Ennis una pietosa bugia per mascherare la follia dell'ennesimo 'omocidio'? Alla Proulx sono occorse appena una cinquantina di pagine (tante ne occupa il testo effettivo) per colpirci al cuore col suo 'castello dei destini incrociati', e ...per richiamarci alla mente quest'altra storia rimossa.
7 ottobre 1998: "The New Yorker" ha da poco pubblicato la malinconica storia d'amore della Proulx, quando, proprio nel Wyoming, a Laramie, idealmente prossima a Brokeback Mountain, due giovani mandriani trucidano lo studente gay Matthew Wayne Shepard (avrebbe compiuto 22 anni il 1 dicembre).
Lo attirano con un tranello fuori città, lo inchiodano ad una staccionata. Massacrato di botte, è abbandonato in fin di vita.
Trascorrono diciotto ore di agonia prima che un ragazzino scopra il corpo martoriato: all'inizio lo prende per uno spaventapasseri, per un manichino di Hallowen; le lacrime hanno lavato via un po' del sangue che ne cancellava il volto. Matthew è nel tunnel del coma: muore il 12 ottobre.
Il linciaggio suscita angoscia e sgomento ovunque nel mondo. Ai funerali esplode l'omofobia cristiana, vengono inalberati cartelli del tipo "A Dio i froci fanno schifo"; a New York una grande manifestazione di protesta è segnata da una inaudita repressione poliziesca.
Il sonno della ragione dell'America profonda, che incuba imperturbabile i suoi crimini d'odio, era già stato registrato impietosamente dalla Proulx.
Basta riandiate all'orrore del piccolo Ennis di fronte all'omosessuale ammazzato come un cane: pareva - per le ferite inflittegli con un cacciacopertoni- "coperto di pezzi di pomodori fradici".
Quanto al secondo, probabile 'omocidio' del racconto - quello di Jack, la scrittrice lo suggerisce al cuore inquieto del compagno superstite: lo sussurra col gelo di poche parole, con uno stile in cui è rappreso l'indicibile dolore per una morte atroce, una delle tante riservate a chi osa distaccarsi dalla Norma delle maggioranze integraliste.