recensione diGiovanni Dall'Orto
Stazione Termini. Storie di droga, Aids, prostituzione
Storia edificante d'una suora impegnata nell'aiuto ai tossicodipendenti.
I capitoli raccontano brevemente la vicenda d'alcune persone incontrate dall'autrice, che nella sua prosa mescola pagina per pagina tossicodipendenza, Aids, Gesù, malavita, carcere e Dio...
Il capitolo "La bellezza di essere uomo" (pp. 77-79) presenta un travestito ed ex prostituto che, scoperto che Dio lo amava, ha smesso di prostituirsi con gli uomini nonché di vestirsi da donna tout-court.
Il capitolo "Nel tunnel dell'Aids" (pp. 91-103) ha un titolo che non richiede spiegazioni.
L'innesto fra cattolicesimo untuoso tradizionale e il tentativo di approccio "moderno" e "spigliato" all'emarginazione dà un risultato alquanto kitsch.
Nota: non sto criticando le intenzioni né lo sforzo dell'autrice (io stesso ho passato due anni e e mezzo della mia vita come volontario al "Gruppo Abele" di Torino), ma solo il tono yé-yé usato nel testo, che mi pare fuori luogo.