saggio diVeruska Sabucco
Sex symbols di cartone
Sappiamo tutti che Tom & Jerry hanno una relazione disfunzionale con venature SM, che Willy il coyote e Beep Beep sanno che in amor vince chi fugge, e che Topolino frequenta Pippo solamente perché ha un feticcio per il suo immenso naso, ma... Noi, voyeur dell'ultimo stadio, creatori di fantasie sessuali che non si fermano neppure davanti alla materia cartacea dei nostri eroi... dove possiamo trovare esempi del proverbiale e perverso immaginario orientale che fa diventare gay i bambini? Di solito, in vendita presso la libreria del fumetto sotto casa.
Facciamo un passo di lato verso il Giappone, nazione che ha applicato la teoria del "prodotto tagliato su misura per il cliente" con estrema efficienza. Qui sono prodotti, infatti, manga (fumetti) per cuochi, giovani mamme, golfisti, per chi è alle prese con la dichiarazione dei redditi e, nel nostro caso, anche per donne che si appassionano alle romantiche vicende di due uomini che non possono evitare di innamorarsi ineluttabilmente l'uno dell'altro (anche perché, se potessero evitarlo, non ci sarebbe storia).
Quest'ultimo è il mondo del Boys' Love, meglio conosciuto in Occidente con l'esotico e storico nome di shoonen ai (amore tra ragazzi).
Continuiamo la nostra coreografia e facciamo adesso un passo indietro, verso la metà dei trendissimi anni Settanta.
Erano gli anni di Lady Oscar. Alcune autrici di manga e narrativa cominciarono a proporre, alle proprie lettrici, drammatiche relazioni tra androgini adolescenti legati da fortissimi sentimenti, da amicizie esclusive e speciali, destinate a sfociare nella rovina.
Spesso queste vicende si svolgevano in ottocenteschi collegi europei, un'ambientazione sempreverde per gli appassionati di fantasie claustrofobiche e sessuali d'epoca.
Il genere fu chiamato shoonen ai e le storie iniziarono a diversificarsi, includendo la fantascienza, la spy story, l'horror, l'ambiente dei colletti bianchi (quasi un sottogenere a sè, per chi ha un feticcio per l'uniforme giacca & cravatta), il medioevo giapponese, e così via...
Dopo alterne vicende editoriali, il genere prese il nome di Boys' Love e, dalla prima metà degli anni Novanta, divenne sempre più popolare.
Dai Boys' Love di maggior successo sono stati tratti alcuni film a cartoni animati (anime); sono ben pochi rispetto alla mole di manga e romanzi (spesso seriali), ma questo è ovvio, se si considerano i costi e i tempi di produzione di un cartone animato rispetto ad un fumetto.
Molto più economici e semplici da realizzare, quindi più vendibili, sono i videogiochi (talmente statici che in confronto lo storico Loom sembra un prodotto dell'ultima generazione), e i drama CD (l'equivalente ad alta tecnologia di un radiodramma).
Quello che resta costante, col passare degli anni, il mutare del genere, il progredire e moltiplicarsi dei supporti, è il focus della narrazione: l'amore e il desiderio che nasce tra due uomini, rigorosamente giovani e belli e rigorosamente immaginari, così come sono concepiti dalle menti femminili delle loro creatrici e lettrici.
Dal momento che il fumetto per ragazze ha dato origine al Boys' Love, questo ne ripropone i temi e lo stile grafico fatto, sommariamente, di giovani snelli e flessuosi dai grandi occhi, che si muovono lungo scenografie di immensi fiori bagnati da gocce di rugiada.
In realtà il panorama è vario, infatti diverse autrici non sono in linea con questo stereotipo, ma non per questo i loro manga sono omologabili al manga gay. Quest'ultimo è un genere completamente separato, con le sue pubblicazioni e il suo mercato.
Il manga gay propone vicende minimaliste di vita quotidiana o situazioni erotiche ed anatomie (ossia gli omaccioni pelosi e muscolosi) più consone al gusto occidentale.
Non ci sono anime tratti da manga gay ma, fortunatamente per noi guardoni multiculturali, una consistente parte dei pochi anime Boys' Love prodotti è stata doppiata ed è facilmente reperibile in Italia, distribuita da Yamato Video o da e.MIK. Ecco un breve elenco dei più significativi titoli in commercio nel nostro Paese.
Il poema del vento e degli alberi è tratto dall'omonimo manga, considerato universalmente uno dei capostipiti del genere. Come moltissimi shoonen ai, prospera sulla sofferenza dei protagonisti. Gilbert, allievo del collegio francese di Lacombrade durante la seconda metà dell'Ottocento, è un giovane traviato (per una volta il verbo calza a pennello): si prostituisce ed è continuamente vittima di stupri e violenze. Solamente con il suo nuovo compagno di stanza riesce ad intrecciare un rapporto di affetto puro e potenzialmente salvifico. L'atmosfera soffocante e raffinata tipica di molti collegi del nostro immaginario fa de Il poema del vento e degli alberi un tipico rappresentante del tanbi, parola che indica, approssimativamente, un gusto per le atmosfere decadenti ed estetizzanti, morbose e perverse, consapevolmente caduche.
Tanbi è, anche, in parte, Il cuneo dell'amore, tratto dall'omonima novella del 1986. In un non ben precisato futuro, su Amoi, pianeta dove il revival anni Ottanta è in piena auge, l'unica fonte di godimento sessuale tra i bellissimi e tecnorganici Blondie (ovviamente la casta dominante in un sistema sociale fortemente gerarchizzato) proviene dall'assistere alle performance sessuali dal vivo dei loro schiavi umani, detti Pet. Iason, il capo dell'èlite, s'innamora del Pet Riki, rischiando così la rovina sociale. (Incidentalmente, Iason ha un certo gusto per la gadgettistica leather e sadomaso, con tanto di cockring computerizzato).
La leggenda dei lupi blu è ancora fantascienza, ma è anche quanto di più simile a un porno gay sia stato prodotto finora dall'animazione nipponica: gli atti sessuali sono rappresentati nel dettaglio, e la trama (le vicende di un corpo militare incaricato di combattere il solito invasore alieno) fa da sfondo a situazioni create ad hoc per i feticisti delle uniformi.
Fake è una commedia gialla dal taglio scanzonato ambientata a New York, dove il rapporto lavorativo tra i due detective Dee e Ryo (per metà giapponese) si trasforma molto lentamente in una relazione.
L'equazione del professore, Kizuna e Pratiche fuori orario, infine, sono frutto della matita di una delle autrici più note e prolifiche del panorama editoriale Boys' love giapponese: Kazuma Kodaka (il manga da cui Kizuna è tratto è stato tradotto in italiano). L'equazione del professore non esce dai ranghi della improbabile e godibile commedia scolastica, ruotando intorno al tipico studente infatuato del proprio professore, a vari scambi di persona, a triangoli amorosi e a docenti che gestiscono part-time night club gay.
Kizuna può essere definita una soap opera ambientata nel mondo della mafia giapponese e deliziosa nella sua quotidianità, mentre - ahinoi - Pratiche fuori orario è la squallida vicenda d'un giovane impiegato che lo dà via per il bene dell'azienda, per devozione al capo, e per fare carriera.
Avrete notato, a questo punto, che non si può chiedere realismo a un Boys' Love: alla creatrice del manga o del romanzo (e quindi, indirettamente, dell'anime) non interessa, se non in rarissimi casi, rappresentare la quotidianità gay o l'identità gay in Giappone. Quello che potrete avere da uno shoonen ai o da un Boys' Love è finzione, sia questa di buona o cattiva qualità, stimolante o piatta, innovativa o l'ennesima ripetizione di un noioso già visto.
Se sono informazioni quelle che cercate, meglio leggere un saggio... dopo tutto, ce ne sono di molto interessanti!