Premessa
Gli omosessuali non formano gruppi politici del tutto omogenei, visto che in alcuni di essi perdurano modi di pensare e di agire del passato; e ciò nonostante la conoscenza e il riconoscimento dell'omosessualità sono ad oggi fra gli aspetti più salienti della liberalizzazione sessuale, intesa come uno dei tratti più rilevanti della modernità. L'omosessualità, in poche parole, ha una lunga storia e straordinariamente complicata: essa è ancora intrecciata con la sessualità in generale e la struttura familiare, solidamente organizzata attorno ai sistemi sociali e ai controlli delle istituzioni religiose, connessa al potere politico ed economico a molti livelli di pressione (Polito, S. 2005). Non solo. La differenza stessa tra maschile e femminile, l'omofobia spesso dominante e il rapporto fra la maschilità egemone e le altre identità sessuali, sono soltanto rimandi concettuali alla visibilità della relazione che c'è tra i sessi. Il genere, infatti, per quanto informi circa le questioni fondamentali inerenti il processo di acquisizione dell'identità (pure di quella omosessuale), dice relativamente poco riguardo alle differenze sociali e demografiche, storiche e politiche che differenziano gli omosessuali da paese a paese o, all'interno di ogni realtà sociale e forme di associazionismo, riguardo alla differenza che si manifesta tra omosessuali maschi e femmine. In particolare poi è proprio la consapevolezza acquisita riguardo al cambiamento provocato nelle relazioni di genere dal movimento omosessuale (soprattutto dal 1969 in poi) che avanza l'essenziale distinzione tra comportamento omosessuale e altri ruoli omosessuali, tra categorie e uniformità sessuali. Non va trascurato, ulteriormente, che gli atteggiamenti sociali di accettazione o di rifiuto verso gli omosessuali sono attinenti ai cambiamenti culturali, sono influenzati cioè dall'incontro/scontro di differenti culture. Infine che - certo in linea con i cambiamenti storici - gli atti fisici e sessuali fra gli omosessuali possono essere simili, ma le loro implicazioni sociali sono spesso profondamente differenti. Questo contributo, dunque, offre una chiave di lettura del rapporto tra omosessualità maschile e società in relazione al coming out omosessuale, analizzato in riferimento a una domanda pubblica di conoscenza non più trascurabile dalle scienze sociali. Soprattutto se si prende atto del fatto che l'omosessualità maschile rappresenta a tutti gli effetti un'alternativa stabile alla maschilità egemone eterosessuale per le sue specificità storiche, politiche e culturali.
Coming out e visibilità
Esistono tanti e diversi motivi che spingono un individuo a dichiararsi pubblicamente omosessuale; e, a dispetto della diversità di contesti storici e culturali, essi sono correlati solo in parte con l'età o con gli stadi di sviluppo della personalità. Aspetti più rilevanti del dichiararsi "gay" (o "lesbica") sono, per esempio, il tipo di lavoro o il luogo di residenza perché in questi ambienti di vita l'influenza sul grado di visibilità è più incisiva. Uscire allo scoperto o fare "coming out", infatti, è un investimento di per sé faticoso, costrittivo e solo in parte raggiunge gli scopi voluti. Ma cos'è realmente il coming out per un omosessuale di oggi? In che modo esso ha a che fare con la sua visibilità?
Con il termine coming out, letteralmente "venire fuori", si intende quel processo che porta una persona a riconoscersi come omosessuale, accettarsi in quanto tale e dichiararsi agli altri nei termini di un'identità strutturata secondo i propri desideri ed il proprio orientamento sessuali. In realtà il termine deriva dall'espressione inglese to come out of the closet che tradotto sta per "venire fuori dallo sgabuzzino", quasi ad indicare un momento di rottura rispetto a una condizione di segretezza o di costrizione. Si frantumano così le limitazioni alla propria espressività; poi, con un percorso individuale, la rappresentazione di sé viene rielaborata e proposta in un'immagine positiva che ne permette l'accettazione (più o meno considerevole) da parte degli altri. Certo, esistono molte definizioni di coming out e spesso non convergono in un significato univoco; tendenzialmente, però, esse si rifanno a un insieme di concetti derivati da studi e ricerche sul tema e da modi di percepire il concetto stesso da parte degli omosessuali. In quest'ultimo caso in particolare, esso si lega fortemente a quello di autostima; ma, almeno sommariamente, è plausibile definirlo come una sequenza di eventi, pensieri, esperienze o rivelazioni sui propri desideri omoerotici che strutturano un percorso lungo e difficile il cui obiettivo è la dichiarazione pubblica della propria identità. Sia chiaro che, nonostante il tipo di pratica sessuale, per definirsi omosessuali nell'ottica del coming out non basta praticare uno o più rapporti sessuali con partner dello stesso sesso; in questo caso, infatti, si ha a che fare con un comportamento omosessuale solo "situazionale". A tal proposito Giddens (1995) distingue quattro categorie di rapporti fra persone dello stesso sesso e solo in una di esse si rintracciano le pertinenze proprie del coming out omosessuale, cioè:
· esperienze isolate e circostanziali una determinata età della vita, quali l'adolescenza per esempio;
· prolungati rapporti omosessuali in cui il desiderio omoerotico è trascurabile se non addirittura assente e dovuti all'impossibilità di praticare sesso con partner di sesso opposto in quanto gli ambienti di vita sono isolati, come ad esempio le istituzioni totali (tipo il carcere o particolari istituti sanitari);
· rapporti omosessuali come esperienza esclusivamente fisica, che rimane del tutto isolata rispetto alla propria vita altrimenti eterosessuale (per esempio alcuni casi di violenza sessuale o nei casi in cui il coinvolgimento affettivo è di altra natura, tipo la bisessualità);
· rapporti omosessuali in cui il desiderio omoerotico è caratterizzante di chi è cosciente e consapevole della propria omosessualità come stile di vita alternativo a quello eterosessuale; ed è questa a categoria di rapporti che può essere associata a chi fa coming out.
A dispetto di questa lucida classificazione, però, il dibattito nelle scienze sociali a proposito di una relazione diretta delle pratiche omoerotiche come attestazione concreta di un processo di coming out (o viceversa) è ancora articolato. E si ispessisce ancor di più laddove recenti studi e ricerche hanno svelato che il coming out è vissuto in molteplici accezioni dagli omosessuali dichiarati, quali per esempio:
· venire fuori: in questo caso si sottolinea la negatività della situazione d'ombra e l'essere nascosti è inteso in termini di tradimento della comunità a cui si appartiene; tanto che si condanna esplicitamente chi si nasconde.
· rivelarsi: in questo caso si focalizza l'attenzione sul ruolo della persona con cui si parla e sul carattere di segretezza svelata circa il proprio orientamento.
· dichiararsi: in questo caso si mette in luce l'importanza di ciò che viene rivelato e la volontà di affermare qualcosa di se stessi ufficialmente.
· accettarsi: in questo caso si privilegia la capacità personale di raggiungere una piena autostima e quella di volere bene a se stessi proprio perché coscienti e consapevoli della propria omosessualità.
· outing: in questo caso la dichiarazione pubblica della propria omosessualità è dipesa da altri e si rivela spesso caratterizzata da attacchi violenti o pubblicizzata dai media senza l'esplicito consenso dell'interessato, come per esempio nel caso di personaggi famosi.
Incrociando queste classificazioni, però, si può sostenere che il coming out rappresenta un mutamento sostanziale nella vita di un omosessuale che tende a favorire sia l'affermazione di se stessi che l'accettazione della propria identità, non solo in quanto omosessuale, ma soprattutto in quanto attore sociale e politico. Sebbene e di contro, frequentando alcune chat line gay si può verificare la tendenza, assai diffusa per quanto recente, a definirsi "insospettabili", marcando così da una parte una ferma estraneità rispetto ai caratteri peculiari del maschio omosessuale off line, dall'altra evidenziando la differenza tra chi ha fatto coming out, per cui è visibile alla società, e chi evita di farlo per più ragioni, non ultima la possibilità di avere più contatti sessuali rispetto a chi (sempre off line) è dichiaratamente gay. A fronte di ciò pure il rapporto che si instaura fra chi ha fatto coming out e un eterosessuale è ricco di significati, in quanto non è solo personale, ma collettivo e politico, influendo così sulle definizioni di genere. Il coming out, invero, è riconducibile a due ambiti della vita omosessuale, e cioè la sfera pubblica e quella privata. Nel primo ambito sono meno presenti o quasi inesistenti le rappresentazioni di sé che coinvolgono colleghi, persone lontane o altre figure istituzionali alla conoscenza intima della propria diversità; mentre nel secondo la vita privata viene rappresentata con più disponibilità di intenti attraverso l'uso di un vocabolario preciso e uno stile di vita che tende a far riconoscere se stessi come omosessuali. Determinanti in questo secondo ambito sono la conoscenza di altri omosessuali e di persone di riferimento ben situate nel processo di socializzazione e autoidentificazione, oltre a una chiara percezione di eventuali discriminazioni in termini di costi e di vantaggi. Ciò è rilevante perché confidare se stessi vuole dire, soprattutto per i maschi omosessuali, comunicare senza sottintesi e intenzionalmente i propri gusti sessuali. Tuttavia le diverse forme di visibilità (pubblica e privata) non possono essere riassunte in un sistema omogeneo di definizioni univoche né ridotte a ruoli sempre riconoscibili nella descrizione di sé agli altri. Specialmente nei casi in cui le contestazioni da parte degli omosessuali sono più forti in alcuni punti del sistema politico e istituzionale che non in altri, più per i gay che per le lesbiche e, fra i gay, con più evidenza fra quelli che adottano stili provocatori e di chiaro esibizionismo. Anche se questo fa chiaramente venire a galla che gli scopi dell'azione politica e della visibilità omosessuali, tanto in alcuni contesti occidentali che in pochi orientali, hanno eroso la compattezza della maschilità egemone, rendendola fortemente insicura e instabile. Inoltre hanno promosso con successo progetti di riforma sociale, economica e di salute - basandoli su principi di giustizia sociale (Connell, R. W. 1996) - malgrado su delle questioni controverse la presenza omosessuale ha fatto oscillare la società da un imbarazzante compromesso all'altro; ovvero dal riconoscimento politico dei diritti di ciascun individuo alla negazione esplicita della libera espressione della sessualità. E né i mass media, l'opinione pubblica e la religione né le diverse associazioni politiche, anche quelle più vicine agli omosessuali, sono stati capaci di superare o riformulare astutamente questa contraddizione.
Osservazioni Conclusive
Al centro della trasformazione culturale in tema di sessualità, che è più profonda del concetto liberale di "parità dei diritti" attraverso il quale viene spesso espressa, c'è l'affermazione di una coscienza storica riguardante non solo il genere in sé, ma le stesse dimensioni dell'essere sessuato ovvero quella specificamente biologica e quella culturale. Questo è quanto emerge sommariamente dalle righe di questo contributo, sebbene necessiti di ulteriori approfondimenti che in questa sede non sono stati possibili.
Ad ogni modo e a fronte del fatto che le differenze di ruoli sociali tra donne e uomini sono frutto del percorso di socializzazione al genere e connesse alle specialità fisiche e biologiche dei corpi femminili e maschili, si può sostenere che l'identità omosessuale rappresenta un'interruzione visibile, più o meno accettata socialmente, alla dualità sessuale istituzionalizzata e, almeno in parte, l'espressione concreta di una negoziazione costante tra identità altre e identità maschili e/o femminili. Non solo. L'omosessualità - dove il prefisso omo sta per "simile" - è stata vissuta apertamente in alcune culture, in altre invece è stata spesso condannata e repressa. L'omosessualità e le pratiche sessuali ad essa correlate, per esempio, hanno avuto evoluzioni irti di ostacoli nella cultura cristiana, in quella giudaica e in quella musulmana (Padovano, R. 2002). In Europa poi si sono dati il cambio periodi di sopportazione e di soppressione feroce, laddove solo di recente le società occidentali e alcune di quelle orientali iniziano a sperimentare più benevolenza nei confronti sia dell'omosessualità e delle sue pratiche che degli affetti e degli stili di vita degli omosessuali. In particolare le nuove generazioni, forse ancora con qualche resistenza, spinti comunque da nuove forme di solidarietà, accolgono più di buon grado l'idea che gli omosessuali abbiano un modo diverso di vivere se stessi e la moralità vigente. Non solo, è come se l'omosessualità avesse superato le definizioni sociali, politiche e religiose più comuni inerenti le barriere di classe e di razza, sia nel tempo che nello spazio della quotidianità. Ecco perché oggi sarebbe ingenuo definire gli omosessuali "normali", se con questo concetto si vuole indicare un individuo simile all'eterosessuale, come sarebbe fuorviante credere che esista un'unica forma visibile di omosessualità. Ciò perché, nell'esteso campo delle sessualità possibili, è forte il senso delle differenze sessuali da parte di ogni essere umano, al di là della categoria sessuale di appartenenza: ci sono molti tipi di omosessuali, molti tipi di eterosessuali, molti tipi di transessuali, molte forme di androginia e così via. E non serve certo la lingua legnosa dei sistemi teorici per comprendere che le trasformazioni sociali, politiche e religiose circa l'omosessualità, intrecciandosi fra loro nei secoli, hanno influenzato in diversi modi sia i mutamenti d'opinione pubblica sull'omosessualità che le azioni avverse o bendisposte ad essa (Polito, S. 2005). Laddove, ogni volta che si sentono voci di protesta all'intolleranza verso gli omosessuali o si attacca politicamente la loro visibilità, respingendo le loro richieste (esercito, adozioni e unioni civili per esempio), non si può far altro che prendere ancora più coscienza della confusione e dell'aria di cambiamento che soffia come una bufera nelle relazioni di genere.