Non bisogna mai desistere dalla propria ficcanasaggine.
Ed è così che per caso, nel bel mezzo d'una bancarella di fumetti usati, come un cane da tartufi, ho scoperto delle gaie gemme d'inutilità apocalittica.
Mai avrei pensato di finire a sfru-culiare nella categoria dei "giornalini di donne nude"... Mon Dieu!
Tutta roba che da ragazzino all'avant-garde snobbavo, considerandola come pura spazzatura di bassa lega e che nulla poteva avere a che fare col vero Trash di zio Andy Warhol.
Ma ora, vero nipotino imperterrito della pop-art-che-fu, vado in estasi per quelle rivistacce che avrebbero tolto il sonno alle nostre madri e fatti fustigare davanti al confessionale. Fumettacci sgangherati le cui vignette, ingrandite due metri per tre, sarebbero consorelle strette di quelle esposte, in quegli stessi anni, da Roy Lichtenstein nelle gallerie d'arte più snob.
Mi riferisco a quelle rivistine erotiche a fumetti, con ammiccanti copertine a colori, molte pagine e piccolo formato a volumetto, che nelle edicole erano esposte con imbarazzo generale tra i truculenti settimanali per adulti A.B.C. e Cronaca Vera.
Un mondo inquietantemente imbarazzante, dove l'ignoranza nera si annidava a ragnatela tra le pulsioni sessuali più sordide ed inconfessabili.
Pregiudizi, razzismo e maschilismo più ottuso scendevano nell'arena del sadismo, pervertismo e cretinismo pecoreccio.
Repressione cattolica e semi-analfabetismo erano le fonti a cui si nutriva avidamente questo unico e vero pulp italiota.
Cioè di fumettacci con titoli, ormai mitici, di Sukia, Maghella, De Sade, Cimiteria, Jacula, Il Tromba e soprattutto Lando. (FOTO 1 - FOTO 2) La maggior parte edite dalla Edifumetto di Milano, un vero impero editoriale con traduzioni in tutto il mondo, persino in lingua fiamminga.
Cose che ancora oggi, a leggersi, fanno arrossire sia per la loro impenitente e sfacciata scemenza quanto per l'estrema disinibita chiarezza con cui mostrano l'immostrabile. Chiaro e tondo, senza mezzi termini e arzigogolismi.
Voler "vedere tutto" ed "immaginare d'esserci dentro", condividere il proprio voyeurismo pruriginoso con il ritmo d'una mano sola al momento della trastullante lettura : leggi immutabili a fondamento della pornografia d'ogni tempo, fumetti sempre ad uso esclusivamente eterosessuale e maschile.
Ed è qui che mi sorge spontanea la domanda: ma allora perché in questi giornaletti si trovano, nel bene o nel male, così tanti riferimenti ed omaggi al mondo gay?
Ebbene sì, perché come una sorpresona nell'uovo di Pasqua, mi sono ritrovato, una volta rotto il guscio della diffidenza verso questa monnezza, con dei bei repertini ad-hoc.
Fumetti di trasgressione vera, senza leggi umane o divine. Con i gay usati come il prezzemolo e visti secondo la sotto-cultura dell'epoca.
Dai castigati inizi degli anni '70 fino al definitivo declino del 1989, dovuto alla diffusione capillare delle video cassette hard-core ad uso domestico, i personaggi omosex di questi fumetti s'adeguano passo a passo con i loro tempi.
Nel 1973 la Edifumetto pubblica la sua versione della vita del re Ludwig di Baviera (FOTO 3), copiando il film di Luchino Visconti, in quei giorni sugli schermi. Una monografia fatta di orge, passività molesta, follie e bella ingroppata del re gay con una sua cortigiana. Atteggiamento tipico riscontrato in molti film di serie B dell'epoca, in cui a un bel donnone popputo non c'era pendant che non potesse essere redenta.
Tipico è anche l'approccio del 1980 nell'episodio Terzo Sesso Cosa Nostra di Goldrake,(FOTO 4) edita dalla concorrente Ediperiodici, ancora più burina e demenziale dell'originale. Una Mafia segreta di "invertiti" sull'isola di Fallus, vestiti alla greco-romana, con un grasso boss da macchietta, degno del più trito Ugo Tognazzi, che vuole rinfrocire il mondo uccidendo le donne e trasformare tutti i maschi etero in gay grazie ad una macchina di "conversione" ad energia protonica sintetizzata!
Il "diverso" è qui visto come una minaccia diabolica da incubo, secondo la più banale credenza popolare che chi va con lo zoppo poi ci prova gusto ad incespicare, specie se sta a novanta sotto la doccia mentre raccogliere una saponetta.
Il gay è da deridere, da isolare e neutralizzare... sennò può anche darsi che si provi gusto e si diventi "così" come lui. In pratica un pericolo.
Ma Edifumetto era più avanti, si fa per dire, con i tempi. Di raro i gay erano visti come degenerati. Pur con le opportune prudenze del caso c'è da ammettere che era più o-culata col gusto dei suoi lettori. Non vi ho trovato chiari riferimenti politici, più che altro si rivolgeva ad un proletariato costituzionalmente tendente a sinistra, ma in quanto semi-analfabeta anche molto menefreghista. Il periodo della Disco-Music aveva dato uno scossone, i gay erano alla riscossa (Village People, Easy Going, ecc.) e l'ambiguità di moda (Amanda Lear, Renato Zero, Cristiano Malgioglio, Le sorelle Bandiera ecc.).
Nel 1981 Edifumetto vara la testata Batty & Gay (FOTO 5) in cui una battona sosia di Marilyn Monroe viene tolta dal marciapiede da un gay e si mettono a gara per fare mille sozzerie. I disegni s'adeguano coi tempi della Censura, non nello stile ( scarno, limpido ed infantilmente veloce) ma nell' hard-core. In copertina compare la scritta "Vietato ai minori". I disegni sono hard ma con decenza. Il personaggio di Gay è furbo, intraprendente ed intelligente. Viene violentato dagli ex- protettori superdotati di Batty perché si è spacciato per una lesbica. Chiamalo scemo! (FOTO 6 e FOTO 7)
Ma cosa avranno pensato i vari camionisti, militari, carcerati, borgatari o i minorenni dal barbiere del paese, usuali fruitori di questi fumettacci, ora arrapati da cotanta trasgressione?
L'Edifumetto, più furba ed intelligente di quanto si pensi, doveva conoscere i suoi polli molto bene. Con enorme riscontro vendite.
Già nel 1981 varò la collana Belli di Notte (col raffinato slogan : I finocchi van di notte con le chiappe tutte rotte) (FOTO 8) con il protagonista Rolando Del Fico, più noto come La Rolanda, divo cinematografico rotto davvero ad ogni esperienza, specie nell'episodio Vacanze nel Tucul. (FOTO 9 - FOTO 10)
In contemporanea uscì lo speciale A tutto gay, (FOTO 11) storia di ben 210 pagine che tratta di tre mariti infedeli, dediti ad un disinibito innesto di finocchi, tra loro, senza limiti di decenza e penetrazione. ( FOTO 12 - FOTO 13 - FOTO 14)
Ma la ribellione ad ogni regola divampa incontenibile anche nell'episodio Omosex è bello!, del 1986, de La Poliziotta,(FOTO 15) una delle punte di diamante della casa editrice. Organi genitali, schizzi e buchi sono ora belli predominanti in primi piani dettagliati ad effetto cinematografico. Più porno che mai. Tutto è incentrato sul bel poliziotto Silver Bird, fidanzato della protagonista, che ci dà dentro fino in fondo, a vicenda e sotto ogni angolazione, col suo collega Robert. (FOTO 16 - FOTO 17)
Apnee golose e posture imbarazzanti. Niente senso della degradazione, tipicamente cattolica, pochi e blandi complessi di colpa morali. Solo un rimorso verso la bella poliziotta, subito pronta con l'opportuna "cura" miracolosa, a colpi d'anca ed altro, per rimuovere ogni remore dall'innamorato.
Beata schematicità mentale della Edifumetto, vero toccasana per i desideri inconfessabili dei suoi lettori trogloditi.