recensione diFrancesco Gnerre
Tricks
Scrittore prolifico, autore di romanzi, saggi, scritti autobiografici, poesie, Renaud Camus è uno dei maggiori autori francesi contemporanei, ma poco tradotto in Italia.
Tricks, il suo libro più noto, finalmente in italiano dopo più di trent'anni dalla sua pubblicazione in Francia, racconta una serie di incontri erotici di una sola volta che il narratore descrive con straordinaria felicità e con scrupolosa meticolosità senza tralasciare nessun particolare e che si concludono spesso con l'annotazione a proposito del partner "mai rivisto".
I luoghi in cui avvengono tali incontri (siamo nel 1978) sono un locale vagamente leather nei pressi del Boulevard Saint-Germain, il Manhattan, il preferito dallo scrittore, la sauna Continental vicino all'Opera molto nota anche agli italiani in visita a Parigi, la discoteca Palace o i vialetti irregolari e sinuosi dei giardini dello Square Jean-XXIII, dietro Notre-Dame, oppure, quando il narratore è fuori Parigi, il Rosamunda di Milano o i cessi pubblici sulla Costa Azzurra tra Antibes e Cannes.
Se poi è negli Stati Uniti, a New York va benissimo il Chaps, il bar della Seconda Avenue, tra la 87° e la 88° Strada, a Los Angeles la sauna 8709 con i suoi corridoi innumerevoli e complicati "di modo che non si sa mai se si è già passati o meno per il tale o talaltro posto" e a San Francisco nessun posto è più eccitante del La Fayette Park. Qui, annota lo scrittore, se si telefonava all'ufficio informazioni della compagnia di autobus per sapere come recarsi al giardino, "una voce virile dava due o tre numeri di autolinee e aggiungeva che, per raggiungere la radura dei ragazzi, bisognava scendere preferibilmente a tale fermata e girare a destra del vialetto che cominciava in quel punto, sopra i gradini".
I partner con cui il narratore si intrattiene, e che diventano per qualche ora o per una notte i suoi compagni di giochi, sono di solito bruni e baffuti, virili, ma non macho. Ad intrigarlo in modo particolare sono i peli, lunghi, neri, che coprono pettorali, ventri, polsi e mani e, se arrivano fin sulle dita, ancora meglio.
La conversazione è minima, resa tra l'altro difficile dal volume della musica o dalla situazione non proprio da salotto, ma questo ovviamente importa poco. In qualche caso l'unico dialogo è quello dei corpi e i due non scambiano nemmeno una parola.
Si tratta di situazioni vissute con straordinaria leggerezza. La scrittura, come scrive Roland Barthes nella prefazione "porta avanti un'etica del dialogo" e ad accompagnare i due partner nei loro giochi erotici "è la dea Eunoia, l'Eumenide, la Benevola" con il suo corteo di Cortesia, di Garbo, di Umorismo, di Slancio generoso.
Alla fine degli anni Settanta quando uscì in Francia il libro di Camus ebbe una potente valenza liberatoria. Non parlava di omosessualità, ma semplicemente la rappresentava, nel modo giocoso e spensierato diffuso in quegli anni almeno nelle grandi città. Rendeva esplicito con naturalezza ciò che per tanti secoli era stato relegato nell'ambito del segreto e delle cose da nascondere. Nessun compiacimento provocatorio o esibizionista. Piuttosto la volontà di rappresentare, tranquillamente o innocentemente, un modo di vivere la sessualità senza alcuna frustrazione, ma come un momento gioioso, come scambio liberatorio tra due persone libere.
Il libro viene pubblicato solo oggi in Italia e nemmeno nella sua edizione completa. I 45 tricks originari sono stati ridotti a 24 perché, si dice in una nota, la ripetitività delle situazioni descritte rischiava l'illeggibilità. Ci sono però scrittori che, a prescindere dall'argomento che trattano che può essere il piacere erotico o la felicità sociale o anche gli esercizi spirituali per arrivare a Dio (pensiamo al marchese de Sade, a Charles Fourier o a Ignazio da Loyola) fanno della ripetitività la loro cifra stilistica e provare a ridurne l'eccesso classificatorio si rischia inevitabilmente di snaturarli.
I 24 tricks tradotti ora in italiano danno comunque una bella idea dello spirito di un'epoca lontana che tanta importanza ha avuto nel nostro processo di liberazione.
I trent'anni e più che ci separano dalla prima pubblicazione del libro e la calamità dell'Aids ne fanno oggi un documento storico.
Il mondo descritto da Camus è infatti finito da un pezzo. Abbiamo dovuto rinunciarvi o comunque lo abbiamo dovuto adattare "alla nuova situazione con le indispensabili precauzioni", come scrive l'autore in una nota ad una edizione della fine degli anni Ottanta, ma, come l'autore, non rinneghiamo l'amore nostalgico che conserviamo per quel mondo, per la sua carica liberatoria, "per il suo brio, le sue albe, la sua innocenza".