recensione diDaniele Cenci
Sandro Penna: una cheta follia
Arricchita di nuovi documenti e ulteriori ricognizioni, torna la biografia che il poeta Pecora, tra i protagonisti della cultura italiana contemporanea, ha dedicato al grande scrittore perugino. Nei trentanni seguiti alla morte di Penna, Pecora ha oculatamente amministrato i numerosi inediti ritrovati nella sua abitazione-bazaar (anche col supporto e l'affetto dell'instancabile Roberto Deidier). Ora una delle più alte e autentiche espressioni liriche del Novecento - santo e folle, libero dalle catene dei moralisti ma impaurito dalla povertà e dalle malattie - ritrova in Pecora l'interprete congeniale, che sa fondere i materiali 'segreti' del laboratorio di un genio con l'esattezza della ricostruzione delle sue vicende umane. Il lettore è catturato in un mosaico meravigliosamente vivo, una stupenda cartografia, ubriaca di sole e di mare, di desiderio e di assenza, di cinemini di periferia e di ragazzi - creature erotiche la cui bellezza viene mitizzata oltre il tempo e lo spazio -, di città e campagne, di treni in corsa (verso il cambiamento?), di molteplice ripetizione del reale, di divorante malinconia e d'una strana gioia di vivere. Un vagabondaggio umano e poetico ricreato da Pecora con una scrittura estremamente pregnante e suggestiva, che fa vibrare fin nelle più intime corde il magico sortilegio di versi come "Io vivere vorrei addormentato/ entro il dolce rumore della vita".