recensione diGiovanni Dall'Orto
Leçons sur les déformations... [1884]. Quando la Medicina scoprì il Lesbismo.
Grazie a svariate proposte di ristampa digitale (a prezzi ragionevolissimi) questo interessante documento storico è diventato alla portata di tutti.
È un documento che appartiene all'epoca in cui la Medicina iniziava a cercare d'arginare le prime timide richieste di tolleranza verso i comportamenti sessuali "devianti" (Karl Heinrich Ulrichs aveva già pubblicato le sue opere).
Dopo gli sconvolgimenti avvenuti a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo esisteva infatti un'ampia area di comportamenti in cui i divieti fondati sulla sola morale religiosa erano sempre meno condivisi, per lo meno dai ceti colti.
Le scienze borghesi provarono allora (in parte riuscendoci) a fornire un nuovo puntello alla condanna dei comportamenti "immorali".
Questa raccolta di lezioni per la clinica universitaria di Lourcine (Parigi), edita nel 1884, fotografa uno di questi tentativi di giustificare la condanna delle sessualità devianti sulla base di "fondate" ragioni medico-scientifiche.
Come rivela il titolo, la tesi del dott. Martineau è che i comportamenti sessuali devianti, fra i quali è compreso il "saffismo" (ossia il lesbismo) provocano gravi deformazioni agli organi genitali, all'ano e alle mucose della bocca.
In realtà queste deformazioni o sono del tutto immaginarie (come quelle all'ano, per le quali Martineau non fa altro che riciclare le bizzarre tesi di Ambroise Tardieu) o sono causate da patologie ben definite (cancri sifilitici, ulcere eccetera) che in sé non hanno nulla di "deviante", manifestandosi tranquillamente anche in chi pratichi la sola "posizione del missionario".
L'intento ideologico, in altre parole, prevale su quello scientifico in un modo che è ai nostri occhi, oggi, evidentissimo.
Mostrandoci così cosa accada quando uno scienziato "sposa" un'idea basata sulla Morale, proprio come avviene oggi fra quanti sostengono le cosiddette "teorie riparative" dell'omosessualità.
Se il valore scientifico di questo libro è assolutamente nullo, quello storico è invece elevato.
Martineau si avventura infatti in un territorio inesplorato: fino ad allora solo i teologi e i giuristi avevano percorso i sentieri della sessualità "deviante".
Per questo motivo si trova a dover spiegare ai suoi studenti chi e cosa siano queste misteriose donne "saffiste" di cui parla.
Martineau lo fa in modo disordinato, affastellando osservazioni cliniche personali, frammenti di lettere, qualche precoce (e raro) studio medico-legale... con l'atteggiamento di chi, col solo aiuto d'una lampada portatile, cerchi di fare luce in un'immensa caverna buia.
Ma proprio questi brancolamenti nelle vite delle sue pazienti e vittime sono oggi la parte più interessante, dal punto di vista storico, perché spingono indiscriminatamente la luce un po' in tutte le direzioni, anche quelle che nei decenni successivi si sarebbe ritenuto più opportuno, o più edificante, ignorare a bella posta.
Così, con l'indifferenza dell'entomologo Martineau cataloga "casi umani" uno via l'altro, rivelandoci frammenti di vite (e problemi umani) che altrimenti nessun altro si sarebbe mai degnato di tramandarci.
Al tempo stesso ci svela squarci di miseria umana e degrado, affrontati con gelida indifferenza, che ci danno un ritratto della società d'allora molto meno benevolo di quella che essa ha inteso lasciarci nei suoi romanzi e nei suoi memoriali.
Bambine contagiate da malattie veneree dal padre stupratore, ragazzine infettate da atti di sodomia dal fidanzato al quale avevano ceduto ma "solo a metà", mogli costrette contro la loro volontà al coito anale dal marito e così via.
Martineau non dimostra una gran solidarietà umana verso i suoi "casi" (spesso segnala che un caso di questo o quel tipo d'infezione può essere osservato dagli studenti nella sala tale o talaltra dell'ospedale stesso, quasi si trattasse d'uno zoo), ma se non altro il suo intervento risulta involontariamente favorevole ad alcune delle sue pazienti, sia pure per i motivi sbagliati.
Questo libro vuole infatti fornire i motivi con cui una moglie, invocando la Scienza, potesse rifiutare al marito l'imposizione di atti di sodomia.
Purtroppo però la ragione per cui lo fa non è il rispetto della dignità personale della donna, che non sembra sfiorare il pomposo cervello di Martineau, bensì la salvaguardia della morale (cattolica e borghese). Tant'è che dalle sue fantasiose argomentazioni antisodomitiche si scivola senza soluzione di continuità, come già detto, nella descrizione dei raccapriccianti effetti di masturbazione e lesbismo...
Prima di concludere segnalo a chi non legge il francese che quest'opera esiste anche in traduzione italiana, che però è praticamente introvabile sul mercato antiquario e va cercata con pazienza nelle poche biblioteche che la possiedono.
Si tratta di: Louis Martineau, Le deformazioni vulvari ed anali prodotte dalla masturbazione, dal saffismo, dalla deflorazione e dalla sodomia, Capaccini, Roma 1896 e 1898 (199 pagine).