recensione diGiovanni Dall'Orto
Benedetto Varchi [1903]. Vita d'uno sfacciato pedofilo gay del Cinquecento.
Benedetto Varchi è un personaggio tanto sconosciuto ai nostri giorni quanto fu famoso in vita, al punto da essere considerato da tutti un "filosofo", nonostante fosse - come Massimo Cacciari oggi - solo un professore di lettere e filosofia.
A noi qui interessa perché fu anche uno dei personaggi del Rinascimento più sfacciati nel proclamare al mondo la sua passione per i ragazzini giovanissimi, tanto giovani da fare di lui un vero e proprio pedofilo. Oltre tutto pure dichiarato...
Poiché era anche un terribile grafomane, Varchi ci ha lasciato un mare, una marea, un oceano di sonetti amorosi petrarchisti per ragazzini, adolescenti e giovinetti.
In questo vecchio testo accademico di Giuseppe Manacorda, tornato in commercio grazie alle ristampe anastatiche digitali, il tema assai scabroso - per quegli anni - dell'omosessualità (anzi, pederastia) del Varchi è trattato con un certo imbarazzo, ma in modo decisamente onesto, specie per un'opera di oltre un secolo fa.
Si vedano soprattutto le pagine:
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11-15: vi si tratta dell'accusa di sodomia mossa al Varchi da molti suoi contemporanei, nonché i suoi amori per gli studenti Giovanni de' Pazzi, Giulio Strozzi, Giulio della Stufa. Di quest'ultimo, circa sedicenne, è pubblicata (pp. 13-14) una lettera inedita del 1553 che invita il suo precettore a una maggiore moderazione nelle espressioni d'amore spirituale verso di lui, dato che i parenti iniziano a sospettare che ci fosse qualcosa di carnale dietro a tanto spirito;
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38: vi si parla del licenziamento da parte degli Strozzi per "odiosi sospetti" relativi alle mire del precettore verso il loro pàrgolo;
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46-47: si accenna alle matte e divertentissime accuse di sodomia da parte del poeta burlesco Alfonso de' Pazzi;
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69-77: vi si tratta della concezione dell'amor platonico in Varchi (il quale si arrabattava a coprire le sua scalmane erotiche sotto la veste rispettabile dell'"amor socratico", che spinge castamente una persona anziana e dotta verso la bellezza interiore dell'anima di un ragazzo).
In particolare sono esaminati i suoi amori (con relativi profluvi di sonetti, italiani e latini) per Lorenzo Lenzi ("Lauro") e Giulio della Stufa; -
89: si fa cenno a I Cirilli, sonetti pastorali tuttora inediti per un bambino decenne: Palla Rucellai;
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157-161: è un'appendice che tratta d'un incidente che segnalo in quanto significativo: la condanna per lo stupro d'una bambina, figlia di contadini. Come molti pedofili, anche il Varchi sembra essere stato attratto più dall'età che dal sesso.
Sul Varchi si veda anche l'ottima (e decisamente più recente) monografia di Umberto Pirotti, Benedetto Varchi e la cultura del suo tempo, Olschki, Firenze 1971