recensione diGiovanni Dall'Orto
Mondo senza donne [1936]. Ributtante fantasia razzista ed omofoba.
La prima edizione di questo romanzo, spacciata come "tradotta dallo spagnolo", apparve addirittura nel 1936 con lo pseudonimo di Virgilio Letrusco, col titolo Il mondo senza donne (El mundo sin mujeres) e le indicazioni d'editore (non si sa quanto veritiere!) Aliprandi & Martini, Guayaquil (che sarebbe in... Ecuador).
Si tratta di un demenziale romanzo di fantascienza nel quale la popolazione femminile del mondo è sterminata da un nuovo male, la fallopite.
Il microbo è stato creato in laboratorio da un gruppo di effeminatissimi omosessuali, che in quanto tali odiavano follemente le donne, e cercavano di raggiungere il "divino" obiettivo di rendere omosessuale il mondo intero.
Solo una donna si salva: "nuova Eva" e al tempo stesso "puttana del mondo".
L'autore (Fiesole 1906 - Prato 1988) è incredibilmente razzista (ce l'ha con gli ebrei, i negri, gli omosessuali eccetera), e mostra fra l'altro come gli eterosessuali non abbiano avuto bisogno dell'Aids per accusare gli omosessuali di creare epidemie mortali.
Questa nefandezza è stata pubblicata anche da Guanda, Milano 1954 (edizione processata per "oscenità" nel 1955 ed assolta) e Solfanelli, Chieti 1987, e come se non bastasse è stata pure tradotta in francese (Paris, 1970) ed inglese (New York, 1971).