recensione diGiovanni Dall'Orto
Dune [1965]. Al solito, il cattivo è frocio, pedofilo e sadico.
Romanzo di fantascienza epico-religiosa, che ha avuto negli anni un successo straordinario (a mio parere in qualche misura superiore ai suoi effettivi meriti letterari) al punto da essere anche trasposto in un film.
Fra i personaggi principali, il crudele e ributtante barone Harkonnen, che fra i tanti vizi ha guarda caso anche l'amore per i ragazzi (cfr. pp. 14, 20, 171, 193, 376).
La sua caratterizzazione come omosessuale fa parte dei "trucchi del mestiere" tipici del periodo (1965), ed ovviamente s'accoppia con una disposizione sadico-omicida che appare inscindibile dai suoi gusti "pervertiti".
Come in mille altri romanzi dell'epoca, insomma, caratterizzare come "invertito" il cattivo del libro serviva a dare la misura di quanto privo di limiti fosse nella sua malvagità, dato che l'omicidio lo perpetravano anche i "buoni" (ma "a fin di bene", sia chiaro).
Harkonnen concupisce il giovane e buonissimo (e pertanto eterosessuale) eroe del romanzo, il quindicenne Paul Atreides, fondatore di una mirabolante religione degna di Hollywood...
Dopo la morte del padre Frank Herbert, Brian Herbert ha scritto un prequel, nel quale l'omosessualità di Harkonnen è sì ripresa in quanto dato caratterizzante del personaggio, ma per fortuna senza più la morbosità compiaciuta che ci aveva messo il padre.