recensione diGiovanni Dall'Orto
Una famiglia normale, di Stefano Bolognini [2008]
Mentre i politici (e sacerdoti) cincischiano su fantomatiche "famiglie tradizionali" nelle quali poi non vivono neppure loro, la famiglia italiana è profondamente cambiata e accetta molto più facilmente di loro l'omosessualità dei figli e figlie "diversi".
Lo dimostra fra gli altri un nuovo libro di Stefano Bolognini, Una famiglia normale (Sonda, 11 euro), che ha il desiderio di "fotografare" la realtà italiana quale essa è oggi, e non quale la propaganda antigay vorrebbe che fosse.
Una realtà che racconta a sorpresa le infinite strade (a volte spericolate e divertenti) nell'accettazione - non sempre facilissima - di padri e madri. E non solo loro.
Stefano Bolognini, giornalista di diverse testate gay, ha creato con questo libro il primo ritratto mai pubblicato di una famiglia italiana alle prese con la tematica gay.
Bolognini ha intervistato i suoi (mamma, papà di destra, nonna ottantenne berlusconiana, fratello e cugino e rispettive compagne, zia cattolica, fidanzato e "suocera") mantenendo il giusto distacco di giornalista, vale a dire senza scadere in melensi volemosebbene "politicamente corretti": i famigliari le loro critiche da fare ai suoi comportamenti e alle sue scelte le hanno... e le fanno.
Ai suoi famigliari Bolognini ha chiesto di ripercorrere il cammino di accettazione dell'omosessualità, che per suo padre è stato più un cammino di "rassegnazione".
Da una famiglia assolutamente come tante (qui non c'è neppure l'alibi della "famiglia-di-sinistra-che-è-per-quello-che-ti-ha-accettato") emerge una "storia italiana contemporanea ed anche un manuale sul coming out" come la definisce Maria Laura Rodotà in una divertita introduzione.
Le interviste danno vita a un'inchiesta fresca e spesso toccante, che consente di entrare direttamente fra le pareti domestiche e gettare luce sugli affetti, che sono il motivo più importante per superare i pregiudizi, quando si è messi di fronte a un figlio o a una figlia gay.
Bolognini dimostra che la famiglia accetta il figlio omosessuale (e il padre finisce poi per comprare i dolci preferiti dal fidanzato del figlio quando è ospite a cena, mentre la zia cattolica in difesa del nipote se ne esce con dichiarazioni dal forte profumo di eresia sul rapporto tra chiesa e omosessualità) a patto però che il figlio sia disposto a confrontarsi, discutere le proprie scelte, e soprattutto motivarle. In altre parole, a patto che sia a sua volta disposto a "educare" da grande la famiglia che lo ha educato da piccolo.
Come spiega la sociologa Chiara Bertone in un saggio che completa il lavoro,
"Il mosaico che ci presenta questo libro ha molti dei tasselli che ritroviamo nelle (poche) ricerche che hanno dato voce direttamente ai familiari... Disponibilità a mettersi in discussione, a cambiare opinione, ad "accettare" percorsi di vita sempre più differenziati: l'immagine complessiva sembra quella di una grande apertura della famiglia".
Questo lavori è davvero per tutti: per mamme e papà impensieriti dalla possibile omosessualità di un figlio, per amici e parenti che vogliono approfondire la realtà gay, per l'omosessuale visibile (perché è commuovente rivivere con gli occhi di altri il proprio coming out).
È poi un utile strumento per gli omosessuali ancora invisibili, perché nelle pagine di questo libro si possono trovare il coraggio e utili strumenti per affrontare finalmente i propri affetti.
Anche perché "è stato meglio saperlo", e lo dice la mamma di Bolognini, una mamma di gay tra tante.
Chissà, forse un'idea per il regalo per il prossimo Natale a questo punto potreste averla...