recensione diGiovanni Dall'Orto
Place des grands hommes (Patrick Bruel, 1991)
Tocca a un clip francese l'onore di prendere atto, nel 1991, del fatto che l'omosessualità è ormai diventata un tema di cui si può discutere senza necessariamente cercare uno scandalo (meglio se pubblicitario), ma semplicemente per il fatto che esiste.
Questa "Piazza dei Grandi" non ha nulla, nel testo, che richiami a una tematica omosessuale. Racconta infatti semplicemente dei timori, dei ricordi, dei pensieri che vengono i mente di fronte a un appuntamento molto singolare: quello che un gruppo di compagni di scuola ventenni s'era dato, da lì a dieci anni, "stessa piazza, stessa data, stessa ora".
Ora la data è arrivata, e si tratta di toccare con mano cosa ciascuno di loro sia diventato o diventata.
Le immagini seguono con una certa libertà i suggerimenti del testo, mostrandoci diversi individui che si preparano all'appuntamento, e che poi si ritrovano effettivamente nella piazza e infine vanno asseme a cena.
Fra loro c'è anche un uomo, mostrato addormentato nel suo letto, che si sveglia per rispondere a una telefonata, e rimesso giù il telefono si volta verso la persona che dorme accanto a lui... che è un altro giovane uomo. Si tratta di pochi secondi soltanto, ma caratterizzano meglio di ogni altro discorso il senso di quanto le scelte di ciascuno di noi possano portarlo in direzioni divergenti, e inattese, rispetto al passato.
Il regista cerca anche di caratterizzare il personaggio gay attribuendogli qualche gesto di reticenza e incertezza mentre si reca, in taxi e da solo, all'appuntamento, ma alla fine la sua situazione personale non sembrerà aver inciso sulla riuscita della rimpatriata, che viene commentata nelle frasi finali dal cantante con la considerazione che ciascuno di loro era diventato a modo suo, alla fine, "un Grande essere umano".
La presenza del personaggio gay è in conclusione limitata a pochi tocchi soltanto, che però, essendo collocati in un contesto di rispetto e "normalità" furono tocchi decisamente importanti.