recensione diGiovanni Dall'Orto
All is full of love (Björk, 1999)
Questo video della regina del "rock alternativo", Björk, ha vinto numerosi (e meritati) premi.
È un piccolo gioiello di poesia, che bene accompagna la canzone dolce e malinconica dell'artista islandese.
Curiosamente, appartiene anche a uno di quei casi di videoclip in cui il regista ha voluto mandare un messaggio che è agli esatti antipodi rispetto a quello della canzone. Il cui testo (che non ha nessun riferimento all'omosessualità) specifica che il mondo è pervaso d'amore, il quale può arrivare da qualsiasi direzione, anche le più inaspettate. Quindi occorre "tenere aperta la porta", in modo che esso possa entrare nella nostra vita.
Il clip (un gioiellino di computer-graphic, giocato interamente sulle tonalità del bianco, del nero e dell'azzurro tenue) sembra accondiscendere a questa visione del mondo.
Il filmato inizia infatti con un robot sdraiato sul tavolo di un'officina automatizzata, circondato da bracci meccanici robotici che ne stanno assemblando il corpo.
Il robot - ma sarebbe fantascientificamente più corretto definirlo un androide - ha le sembianze di Björk, e canta il testo della canzone.
Quando l'assemblaggio è a buon punto, appare una seconda versione dell'androide-Björk, che fa da coro alla prima e le si avvicina; dopodiché le due androidi iniziano a baciarsi appassionatamente, ad abbracciarsi e carezzarsi, mentre intorno a loro i bracci meccanici, lenti ed eleganti, completano l'assemblaggio dei loro corpi, creando un balletto di movimenti al rallentatore.
Al solito, però, il diavolo sta nei dettagli. E in questo caso è un dettaglio molto semplice a rivelare la seconda chiave di lettura del filmato. Si tratta dei liquidi, quelli dell'androide e quelli di refrigerazione, che scorrono e gocciolano tutti dal suolo verso l'alto.
Il che implica che il filmato è stato proiettato alla rovescia.
Non si tratta perciò di due androidi che, appena assemblati, hanno scoperto l'amore accanto a sé. Si tratta di due androidi innamorati che si danno l'estremo addio prima d'essere smantellati e disattivati. Probabilmente - il filmato lo lascia ipotizzare - proprio per il "difetto" d'essersi amati.
Dunque, il mondo "è pieno d'amore", che sta tutto attorno a noi, ma al tempo stesso anche di forze che lo contrastano e che puniscono coloro che lo vivono con la delicata intensità di queste due androidi.
Secondo il mio personale parere questo clip ha raggiunto in pratica la perfezione, per il tono, per la cura formale, per l'eleganza e infine anche per il modo agrodolce con cui affronta la questione trattata dalla canzone. Consigliatissimo.