recensione diGiovanni Dall'Orto
Perfetti (Niccolò Agliardi, 2009)
Questa canzone era destinata in origine a Sanremo 2009, e doveva fare da péndant all'ignobile "Luca era gay" di Povia. Fatto sta che è stata scartata, e che di conseguenza tutti conoscono "Luca", e ben pochi ricordano l'esistenza di "Perfetti".
Di questa vicenda è stato detto da un lato che "Perfetti" è stata scartata perché fin dall'inizio s'era deciso di far vincere "Luca" (salvo spaventarsi all'ultimo istante e farla arrivare "solo" seconda), dall'altro invece che il respingimento era dovuto al fatto che Agliardi non era riuscito a trovare nessun cantante affermato per fare coppia con lui/lei.
Non sono un sostenitore ad ogni costo della teoria per cui "la verità sta nel mezzo", ma in questo caso direi che mi pare come minimo calunnioso affermare che questa canzone sia brutta (di certo musicalmente più brutta di quella di Povia non è), ma neppure che si tratti d'un flagrante caso di discriminazione artistica che ha impedito ad un grande capolavoro della musica occidentale di avere il meritato successo...
Diciamo allora che dal punto di vista musicale questo è il tipico prodotto da Sanremo, abbastanza orecchiabile da piacere al primo ascolto a tutti, e abbastanza scontato da stufare al decimo: esattamente come tutte le altre canzoni sanremesi.
Da questo punto di vista propendo anch'io per l'idea che questa canzone non è stata scartata perché fosse particolarmente brutta, ma senza pensare che siamo di fronte ad una vincitrice mancata. Semmai, l'ammissione di questo pezzo avrebbe concesso un "diritto di replica" sul tema omosessuale, che però evidentemente gli organizzatori erano ben lontani dal voler concedere...
Se allora valutiamo la canzone sul piano delle parole, devo dire che pur non essendo fra coloro che giudicano "poesia" le parole delle canzunett, con "Perfetti" ci troviamo finalmente di fronte ad un testo equilibrato, simpatico, e a quella "normalità" della condizione gay che manca tanto disperatamente alla canzone italiana.
La coppia di cui parla non è infatti obbligata ad essere trasgressiva ad ogni costo, né a scioccare, né a rivendicare in piazza: si limita ad esistere, coi suoi problemi, come tutte le coppie. Certo, con magari in più il problema degli altri, del giudizio della gente (gli sguardi al supermercato, i preconcetti), che però all'epoca l'amore aveva permesso di tenere in poco conto.
"Perfetti" è una canzone che, ahimè, racconta d'un amore ormai finito, ma per i motivi per cui finiscono tutte le coppie che finiscono, etero o gay che siano: l'età ("a vent'anni ho sentito l'amore... / ma a vent'anni che te ne fai?"), le circostanze, un certo sciocco orgoglio che si riconosco come tale solo a cose fatte:
"Siamo stati perfetti ragazzo,
disperati di molti pensieri
se due uomini possono arrendersi
e sembrare due uomini veri.
E potevo anche chiederti aiuto,
ma eravamo nel posto sbagliato".
(Come si nota da questa citazione un difetto della canzone sta nella sintassi decisamente scombinata, al limite dell'incomprensibilità, ma questo temo sia ormai il problema del 98% delle canzonette non "autoriali").
Di peculiarmente gay in questa fine c'è forse la difficoltà ad accettarsi da parte di uno dei due, nonché la difficoltà tutta maschile di accettare i sentimenti:
"Siamo stati mangiati dal freddo e dal senso comune
che [= "secondo cui", ndR] due uomini possono ridere ma non piangere insieme;
fammi solo sapere se dormi
se una donna si cura di te...".
Per quanto appena detto, a me "Perfetti" sembra una canzone decisamente riuscita, soprattutto nello sforzo di tenersi parimenti lontana dagli Scilla e Cariddi del patetismo ("tutti ci odiano, per questo i nostri amori sono dannati") e dello scandalismo a tutti i costi.
Da ascoltare.