recensione diRoberto Schinardi
Clara Sheller
Una delle sorprese di questa stagione tv è Clara Sheller, frizzante miniserie francese di sei episodi, lunghi quasi un'ora.
La serie è stata trasmessa da Foxlife ed è incentrata sulle vicende di una giornalista di "Paris Hebdo", che dà il nome al telefilm, e sul collega gay che convive con lei, Jean Philippe detto JP.
Una sorta di Will & Grace d'Oltralpe, frullato insieme a Sex and the City con tocchi grossier alla Gimme Gimme Gimme: Clara è interpretata dalla graziosa Melanie Doutey, una sorta di tenera Amélie Poulain alla soglia dei trent'anni più sboccata e incasinata, mentre a vestire i panni dell'apparentemente quieto JP è l'emergente Frédéric Diefenthal, capello boccoluto fin sulle spalle ma modi abbastanza '"etero" e poca accondiscendenza nei confronti di glamour, fashion e passerelle.
La vera novità di questa gradevole mini-sitcom è che l'ambientazione parigina non è un semplice sfondo ma, al contrario, emerge una "Ville Lumière" inedita, umida e brumosa, che è in realtà il terzo protagonista della serie, a partire dai sofisticati titoli di testa in cui le scene del telefilm vengono proiettati in grandangolo sui palazzi della città.
Clara e JP cercano disperatamente un uomo, ma non fanno altro che complicarsi la vita: l'apparizione del nuovo e fascinoso vicino Gilles fa sciogliere entrambi, anche perché lui stesso sembra dimostrare interessanti inclinazioni bisex.
Le questioni sentimentali si attorcigliano ulteriormente quando Clara scopre di essere incinta e non del caporedattore Bertrand (Christophe Malavoy) con cui ogni tanto si fa un disimpegnato giro di lenzuola, ma proprio del suo amico gay JP con cui ha fatto sesso una sera in preda all'alcol (come in Banchetto di nozze di Ang Lee).
Altro pregio di Clara Sheller è la grande attenzione data ai personaggi secondari, che non sono mai abbozzati, dalla madre sottilmente isterica di JP (Hélène Vincent) che sviene quando Clara
le rivela di aspettare un figlio proprio dal suo pargolo apertamente gay, all'imprevedibile Ben (Cyril Descours), artista di strada che JP si porta a casa e vorrebbe in pianta stabile insieme a loro.
Sofisticate le musiche d'atmosfera, tra cui spunta "L'été indien", con testo del nostro supercult Toto Cutugno.
In Francia è stato un successone e ha avuto una media di 5.6 milioni di spettatori a episodio, risultato eccezionale per una piccola coproduzione di France 2 e Scarlett Production. Da non perdere.