Smalltown boy (Bronsky Beat, 1984)

L'arrivo di questa eccellente canzone da discoteca fu una specie di fulmine a ciel sereno.

Grazie al suo motivetto accattivante e alla straordinaria voce in falsetto di Jimmi Somerville, scalò la vetta delle classifiche di tutto il mondo, nonostante il testo fosse l'esatto opposto del disimpegnato: parla infatti d'un "ragazzo di paese" che abbandona casa e paese a causa della sua omosessualità.

E d'omosessualità non si parla qui certo per via d'allusioni, dato che il logo del gruppo, in copertina, era inquadrato in un triangolo rosa, all'epoca simbolo principale delle lotte del movimento gay.

Il testo era imperniato sulla maggior forza della discriminazione antiomosessuale nelle realtà di provincia, causa dell'esodo che ha creato comunità glbt in tutte le grandi città dell'Occidente:

"Tua madre non capirà mai
perché hai dovuto andartene
ma le risposte che cerchi
non le troverai mai a casa.
L'amore che cerchi
non lo troverai mai a casa
".

I Bronski beat dimostrarono che esisteva spazio per tematiche non decerebrate persino in generi di puro intrattenimento, come la disco music. Bastava volerlo.

Dimostrarono inoltre che non era il pubblico a rifiutare canzoni "impegnate", bensì il sistema di produzione musicale, che non voleva mettere in discussione i propri pregiudizi.

La favola secondo cui "se parli di gay non vendi", fu smentita una buona volta proprio dal successo mondiale di questo gruppo, dichiaratamente, militantemente, sfacciatamente gay. E con canzoni dichiaratamente, militantemente, sfacciatamente gay.

I ragazzi eterosessuali ballavano divertiti senza far gran caso alle parole questi motivetti molto orecchiabili, ma per i "ragazzini della provincia" quello dei Bronski Beat fu il primo messaggio di liberazione che proveniva dai grandi canali generalisti, che in quel periodo erano, all'estero, ancora ostili e censorii alla tematica della liberazione gay quanto lo sono oggi in Italia.

Per molti, queste canzoni equivalsero a un angelo che scendeva dal cielo con una tromba a proclamare: "Sveglia!".

Purtroppo però il "sistema di produzione musicale" non gradì molto il fatto d'essere messo a nudo in questo modo. Per questo, tutti i video di questo gruppo musicale (e dei suoi componenti, dopo il precoce scioglimento) furono penalizzati da una demenziale volontà di "alleggerire" il messaggio politico dei testi con immagini talmente innocue da sfiorare a tratti l'infantilismo, come in "Why?".

A questo amaro destino sfugge solo il presente "Smalltown boy", forse per il fatto che falsificare proprio la canzone che aveva lanciato a livello mondiale il gruppo era difficile.

Fatto sta che il messaggio del testo in questo videoclip traspare in modo chiaro, anche se dobbiamo sempre ricordare che quel che oggi è magari materiale da educande, all'epoca era percepito come fortemente tabù. Pertanto, alludere sottilmente piuttosto che mostrare apertamente fu una strategia in parte dettqata da viltà e omofobia, ma in parte anche dalla prudenza, per evitare che il video fosse messo al bando dalle tv.

In questo clip, alle immagini di Jimmy Somerville che se ne va via su un treno s'alternano flash sulla precedente vita in provincia.
La mamma e il papà - famiglia poco affettuosa (ah! sarà per questo che il bimbo è venuto fuori frocio...).
Gli amici gay del posto (gli altri due componenti del complesso), assieme ai quali il cantante va in piscina a lumare i ragazzotti indigeni che si tuffano. Uno di loro gli sorride, e lui fraintende il significato del gesto: lo va a cercare negli spogliatoi, ma lo sguardo schifato dell'altro lo gela.
E ne ha di che: il bellimbusto gli tenderà un'imboscata, assieme ai suoi amici, che lo picchieranno.


Un poliziotto riporta la vittima a casa dai suoi e, come sempre in questi casi, la vittima della violenza omofobica si trasforma in imputato: tempesta in famiglia, e quindi decisione di andarsene.
La mamma è affranta, il papà si vergogna, ma alla fine pur facendo la faccia da burbero gli scancia un po' di soldi per aiutarlo.
E poi via, verso la città. Dove Jimmy re-incontrerà i suoi due amici.

Come si vede, la trama è elementare, ma questo non è un male, perché l'aderenza quasi didascalica alle parole evita di far violenza a una canzone, come questa, felicemente riuscita. Per una volta, il video non impone il proprio messaggio al quello della musica.

Nonostante gli anni passati, insomma, il video non ha ancora perso la sua freschezza, nonostante la timidezza estrema con cui è trattato il tema gay oggi appaia un po' anacronistica. Ma la musica sprizza ancora scintille, e insomma, vale ancora la pena di essere visto, e mostrato agli amici.

Tra le molte covers e citazioni di questa celebre canzone, ho trovato particolarmente riuscita quella, per coro, dei Nylons (dal CD Run for cover, 1996).

A testimonianza del perdurare dello status di icona conquistato da questo brano, inoltre, nel 2002 il cantante gay tedesco Manuel Sanchez ha intitolato un suo Cd, Good news for a smalltown boy ("Buone notizie per un ragazzo di provincia"), ed il riff della canzone è stato riutilizzato nel 2004 nella canzone "Please" dei Dare 2B diff'rnt.

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