recensione diGiovanni Dall'Orto
Kazvash che me obichash [2004]. Sesso, droga e chalga bulgara...
In questo videoclip del cantante gay zingaro bulgaro Azis (un po' più pacchianotto dell'altro da lui prodotto nello stesso anno, No kazvam ti stiga) appare anche la cantante Desislava... ed è una bella gara a chi fra i due appare più femmina.
I cantanti si trovano qui in un appartamento arredato con un terrificante lusso pacchiano, spaventosamente kitsch (e non mi stupirei se fosse la casa del cantante...), dove si strusciano e toccano con una passione talmente simulata che della sua serietà non si lascerebbe convincere neppure Joseph Nicolosi.
Al loro servizio sono due cameriere - che nello svolgimento delle loro mansioni trovano il tempo per lanciarsi lunghi sguardi di torrida passione lesbica - che portano su un vassoio una siringa. Visto il contesto, dubito contenga aspirina, opterei semmai per l'eroina, tanto per dare un tono estremamente decadente alla scena.
Ma giusto per non farsi mancare nulla, la riccona travestita si tiene in casa anche un paio di culturisti seminudi (con mascherina sul viso...) ai quali si affida per un supplemento di strusciate e contorcimenti languidi. Immagino che lo faccia giusto per il caso che a qualcuno fossero sfuggite le allusioni al tema gay, magari ritenute un po' troppo sottili e troppo poco esplicite...
Ahimè, non si comprende nulla del testo, che è in bulgaro, e di cui in Rete non si trovano traduzioni. Ma dopo aver visto le immagini, che dire? Si resta comunque senza parole...
Impagabile.