recensione diGiovanni Dall'Orto
Hieroglyphica. Divertenti letture "gay" dei geroglifici, nel 1556.
Curiosa decifrazione allegorica dei geroglifici egiziani (ovviamente del tutto sbagliata, risalendo al 1556, cioè secoli prima della Stele di Rossetta, che ne avrebbe permesso la decifrazione reale).
I geroglifici vengono interpretati in chiave neoplatonica, ma la cosa curiosa è che fra le interpretazioni di fantasia ce ne sono alcune di tipo omosessuale, che in genere riprendono luoghi comuni dei bestiarii medievali.
Chi desiderasse consultarne il testo, lo trova online (in edizione differente da quella che ho usato io) su Google books.
Per questi passi si vedano i libri:
XI, p. 83r, Hiena (iena): riferisce (con qualche dubbio) la fola del cambiamento annuale di sesso della iena, che simboleggia... l'instabilità di costumi;
XXIII, p. 175v, Perdrix (pernice): gli egizi rappresentavano con due pernici l'uomo turpissimo; infatti le pernici, come si nota da quelle d'allevamento, combattono fra loro, e il vincitore sottomette sessualmente il vinto; e Aristotele aggiunge che anche i pulcini vengono stuprati.
Per questo un ragazzo di tal fatta i romani lo chiamavano "pullus" (pulcino), perciò Quinto Fabio Eburneo fu detto "pulcino di Giove", perché era stato colpito da un fulmine alle natiche, quasi che Giove le desiderasse, mentre invece l'interpretazione giusta è che il fuoco distruggerà i loro estimatori.
Elagabalo per "somiglianza di natura" si fece mettere piume di pernice nei cuscini;
LI, p. 374v, Myrtus (mirto): c'è chi collega il mirto a Ganimede, perché si dice che esso sia nato dove Ganimede poggiò i piedi: ad Arpaghia in Colchide. Qui si dice sia stato rapito Ganimede, e qui crescono mirti splendidi e copiosi, come racconta Pausania il Periegeta;
LX, p. 440v, Hyacinthus (giacinto): il giacinto è simbolo di prudenza e sapienza, perché attraverso la contemplazione della bellezza Apollo, dio delle Muse e dell'ingegno, trasformò Giacinto in un fiore profumato;
Ivi, Narcissus flos (narciso): il narciso simboleggia la bellezza fisica, che rapida passa: la storia di Narciso ammonisce ad amare la bellezza dell'anima, non quella del corpo.