recensione diGiovanni Dall'Orto
Signore della notte. Infimo polpettone fantasy.
Polpettone fantasy di livello infimo e per di più mal scritto, ma abbondantemente speziato di incidenti omosessuali.
Alle pp. 10-11 il demone Azhrarn s'innamora del sedicenne mortale Sivesh, ne fa "il suo compagno", e lo sodomizza allegramente, riempiendolo di "milioni di brividi di incredibile gioia". Questi demoni evidentemente scopano in modo diabolico.
Alle pp. 91-92 la Serpentessa fa avances un po' troppo ardite ad una barcollante statua di se stessa e ne finisce schiacciata. Chi ha detto che un po' di narcisismo non ha mai fatto male a nessuno?
Analogamente alle pp. 99-104 la strega Zorayas va in estasi per la propria immagine riflessa in uno specchio, e capisce che lei ama solo se stessa. Poi non riesce più a pensare ad altro che allo specchio, e torna a vederlo.
Ahimè, lo specchio è fatato: toccando e baciando la propria immagine Zorayas si fonde in essa e scompare.
Non male come trucco.
Infine alle pp. 149-150 Azhrarn incontra il fantasma di Sivesh, morto da millenni, che lo incita a salvare il mondo.
Uff.