recensione diGiovanni Dall'Orto
Spia dei Dendarii. Da un mondo di soli uomini a un Universo "diverso"...
Il pianeta Athos è stato colonizzato da una setta religiosa iper-ultra-stra-puritana e sessuofoba, che ritiene le donne causa d'ogni male e flagello, e s'è quindi organizzata in modo da garantirsi la riproduzione per mezzo di uteri artificiali che utilizzano culture in vitro d'ovuli femminili (siamo quindi al topos del "Mondo senza donne").
Il risultato di questo improvvido esperimento sociale è che, su un pianeta in cui le donne non possono neppure atterrare (come nella comunità monastica del monte Athos, a cui allude il nome del pianeta), s'è sviluppata una fiorente cultura omosessuale, con famiglie, coppie e parentele solo maschili. Il pianeta è povero, ma la sua civiltà è piacevole, sviluppata com'è su linee di rifiuto dell'aggressività e di alti standard morali (be', a modo loro...).
È palese che l'autrice s'è divertita un mondo a creare questo mondo (che indugia a descrivere con autentica voluttà, prima di passare all'azione vera e propria) e che s'è divertita pure a creare imbarazzo nei suoi lettori per questa "utopia omosessuale" (o distopia eterosessuale, a seconda dei punti di vista).
Infatti, se si leggono le recensioni dei fans in giro per la Rete si noterà come questo aspetto del romanzo sia in genere rimosso dalle discussioni come se non fosse per nulla presente.
Molti si lamentano semmai del fatto che pur facendo parte d'una saga (quella di Vorkosigan) in questo volume non appaiano i soliti personaggi bensì personaggi diversi (tra cui il protagonista, lo scienziato Ethan di Athos). Un fenomeno questo che non può essere accidentale, ma che sarà evidentemente frutto d'uno scherzo dell'autrice. Che non a caso mantiene un tono semiumoristico per buona parte della vicenda.
Dico "umoristico" non nel senso che si mette a raccontare barzellette, sia chiaro, bensì nel senso che si diverte, che so, a descrivere il primo e terrorizzante incontro dell'ingenuo Ethan con una donna (la mercenaria Elli Quinn), essere mortale contro la cui pericolosità è stato messo in guardia fin da piccolo...
Oppure come laddove (pp. 62-66) caccia il suo Ethan nei guai perché ha intravisto un bar popolato da soli maschi, e ci è entrato sentendosi finalmente a casa... salvo trovarsi in mezzo ad un branco di ubriachi omofobi che si offendono a morte all'idea d'esser stati scambiati per "finocchi". Per fortuna Elli Quinn arriva al momento giusto durante il pestaggio per salvarlo.
Ethan è sicuramente buffo, nel suo incredibile candore e nella sua ottusa cecità verso la logica d'un mondo diverso dal suo, di cui non riesce a capacitarsi.
Lo "shock culturale" che prova di fronte al mondo eterosessuale è forte e sincero, e non dubito che sia questo ad avere scioccato a loro volta i lettori del libro, che non si trovano molto a loro agio nel ruolo - presentato attraverso gli occhi dello scienziato di Athos - dei selvaggi incapaci di rispettare le più elementari regole di civiltà e rispetto.
Quanto alla vicenda vera e propria, il viaggio di Ethan non è certo un viaggio di piacere: le linee d'ovuli del pianeta, dopo due secoli, stanno perdendo le loro qualità, ed Ethan è l'inviato incaricato di acquistarne una partita nuova per sostituire quella ormai senescente.
Purtroppo per lui durante la missione un sacco di cose iniziano ad andar storte, fino a rendere palese che qualcuno sta deliberatamente sabotandola. Come se non bastasse, strani personaggi iniziano a perseguitarlo per strappargli un importante segreto... peccato che lui non abbia la più pallida idea di quale sia! Ed in effetti il segreto c'è, e punta a trasformare Athos - a sua insaputa, ovviamente - in un esperimento genetico su scala planetaria.
Lo svolgimento della vicenda, dopo le presentazioni dei personaggi, parte come un poliziesco che si snoda con ottimo mestiere e ritmo azzeccato fino alla scoperta di "cattivi" sabotatori, l'apparente e disastrosa perdita del materiale genetico, e l'inattesa quadra che salva tutto in extremis.
Credo che questo sia uno dei più bei romanzi di fantascienza (sul livello di Guerra eterna di Haldeman, per intenderci) ad utilizzare l'omosessualità come metafora ed apologo sull'alienità -- quella del lettore "normale" che si trova spiazzato nel punto di vista del "diverso" e bizzarro e incomprensibile per il semplice fatto di essere quel che è: del tutto normale.
Credo però che anche il lettore gay, di fronte al comportamento di Ethan, rimarrà perplesso. Su Athos la popolazione è educata a reprimere l'aggressività e a cercare la ragionevolezza col prossimo, ed Ethan non è quindi l'eroe macho spaccafacce a cui ci ha abituato certa "fantascienza gay" per combattere lo stereotipo dei gay "mammoletta".
A tratti infatti Ethan alla mammoletta degli stereotipi ci somiglia davvero, a tratti invece è una persona decisa e sveglia, macha quanto serve, quale è logico che sia, essendo stato scelto per la missione in virtù di tali qualità.
È dunque un personaggio al di fuori degli stereotipi, sia quelli omofobi sia quelli "gay-propositivi", che a me è piaciuto proprio per tale imprevedibilità.
Raccomando la lettura del romanzo, anche se sono conscio del fatto che chi è turbato dalla questione omosessuale e la vive con imbarazzo e fastidio rischia di non gradirlo.
Per quanto riguarda invece l'aspetto del ciclo di Vorkosigan, il romanzo è stato pensato come un episodio totalmente autonomo ed autoconcluso, e può essere pienamente goduto anche da chi - come me - non ha mai neppure visto uno dei volumi che la compongono.
Un motivo in più per consigliarlo.