recensione diGiovanni Dall'Orto
Diario del ladro [1949].
Ecco l'autore in giro per il mondo, prostituendosi, tirando a campare, cercando il vero maschio brutale e virile che lo sottometta e lo sodomizzi con la giusta dose di rudezza.
Alcune scene che descrivono il mondo dei prostituti e travestiti, o che narrano di coiti, sono da antologia.
Come al solito Genet esalta ogni tipo di devianza (furto tradimento omosessualità) riconoscendosi di fronte agli altri proprio in quanto deviante.
In Nostra signora dei fiori aveva detto:
"Se sopporto il disprezzo sorridendo non è ancora (...) per disprezzo del disprezzo, ma per non essere ridicolo, per non essere avvilito da niente e da nessuno, ché già da me stesso mi sono sprofondato sottoterra. Perché proclamo di essere un vecchio puttanone, nessuno può rincarare la dose: scoraggio l'insulto" (p. 70).
Il gioco di maltrattare il lettore e blandirlo appena un attimo prima che si stufi di leggere, è qui condotto con intelligenza e fascino.