(Nota: cito qui la prima edizione italiana, ma il libro ebbe per decenni un'incredibile quantità di ristampe, anche in edizione economica).

Si veda il cap. 11, "Risposte a contatti omosessuali".

Questo libro costituisce la seconda parte della "ricerca Kinsey". Anche questa parte ha avuto un enorme impatto e una durevole influenza sul dibattito del dopoguerra relativo alla sessualità, fornendo dati e cifre che contraddicevano le più diffuse credenze comuni, specie quelle religiose ma non solo, relative alla presunta "natura" della sessualità femminile.

Kinsey, che non era il solito psicoanalista o sessuologo bensì un biologo, smentì con questa indagine statistica la presunta "base biologica" delle caratteristiche attribuite alla sessualità femminile, dimostrando che dietro la facciata del silenzio la realtà era molto diversa da quella che l'immagine sociale pretendeva che fosse.

Qui il punto di vista esposto nella prima parte della ricerca (quella dedicata al comportamento sessuale maschile), relativo al fatto che i comportamenti omosessuali nella società erano infinitamente più comuni di quanto credesse la società del 1953, è ribadito con maggior forza. Questo fu forse l'aspetto che provocò il massimo numero di critiche, nonché attacchi, accuse ed insulti, a Kinsey.

Le donne studiate da Kinsey avevano avuto contatti omosessuali in percentuale assai inferiore rispetto agli uomini, ma in compenso i loro rapporti, quando c'erano, erano più duraturi.

Anche questo rimane un testo molto importante, dal punto di vista storico, sebbene a mio parere appaia oggi molto più invecchiato del suo pendant: in questi decenni sono cambiate infatti molte più cose nella sessualità femminile che in quella maschile (si pensi solo all'irruzione del femminismo sulla scena).