recensione diGiovanni Dall'Orto
Travestiti che vanno in Paradiso? Chiedetene a Maurizia [2007].
Considerato il personaggio, diventato noto vendendo video porno nelle ore piccole sulle TV locali di serie Z, ho aperto quest'opera con una certa incertezza. Un'ennesima apologia di come la Tv abbia meravigliosamente permesso a un bambino povero italiano di diventare una signora ricca svizzera? Una santificazione del personaggio, deciso a rifarsi una verginità -- per lo meno d'immagine?
Niente di tutto questo. Il libro è una lunga intervista, affidata a Stefania Vitulli, in cui la Paradiso si mette a nudo non solo nel corpo (una serie di fotografie a colori al centro del libro svela l'insvelabile... anche se non certo l'ignoto) ma anche nell'anima.
Ed è certo merito della giornalista se la fluviale Paradiso resta almeno qui contenuta entro argini sicuri, e se la biografia ne risulta sorprendentemente scorrevole e gradevole, senza eccessi fastidiosi. Ovviamente il tono del racconto è sempre e tutto sopra le righe, ma tale è il personaggio, e se la cosa non piace, tanto vale evitare di leggere la biografia.
La prima parte, l'infanzia, è dominata dal rapporto/non rapporto con la madre, prostituta, con la quale la relazione è sempre stata burrascosa. Il racconto del tempo trascorso a baruffare con lei, o negli istituti di rieducazione in mano a suore sadiche, è estremamente passionale, ma forse proprio per questo particolarmente autentico e sorprendente.
E il racconto di un'infanzia estremamente povera nella Milano del dopoguerra, in case di ringhiera che non esistono più, tra anziani vicini che ancora parlavano il dialetto milanese, ha tratti da romanzo realista... pur non essendo un romanzo.
Anche se alcuni dettagli (come la madre che chiede a lui bambino di sparare - sì, sparare con una pistola, che gli consegna - ad una rivale) a me sembrano troppo romanzeschi per essere veri. Ma si sa poi che la realtà è multiforme... Mah.
Le acque del racconto si calmano solo quando il pargolo diviene abbastanza adulto da iniziare a travestirsi e mettersi in affari per conto proprio.
Scoperto dalla madre, viene buttato fuori di casa e inizia a muoversi in branco assieme ad altri "travestiti", con lo scopo di riuscire a realizzare l'operazione di cambio di sesso (che sarebbe infine avvenuta a Londra).
In questo processo l'approdo alla tv è quasi casuale (anche se ci sono molti anni di spettacolo e d'intrattenimento nel curriculum della soubrette ed entraineuse), ed è trattato dalla Paradiso come un fatto noto a tutti, su cui non insiste più di tanto, anzi che se possibile è messo in secondo piano, sempre sullo sfondo, quasi fosse la parte meno interessante da raccontare.
Il paradosso è così che a leggere questo libro non si arriva a sapere quasi nulla (ipotizzo, per precisa imposizione da parte delle emittenti per cui lavora...) dell'aspetto per cui la Paradiso è diventata una notorietà in Italia.
E tutto sommato non è stata una scelta sbagliata, dato che di un personaggio che si "racconta" così tanto in TV non era il caso di insistere su ciò che tutti conoscono. Ciò detto, questa scelta rende comunque il libro un po' strano.
Uno spazio adeguato ha invece il racconto del travaglio umano sperimentato per arrivare a cambiare sesso, ivi inclusa la partecipazione alle lotte che Pina Bonanno aveva scatenato per ottenere una legge per il cambiamento di sesso anche in Italia (che fu ottenuta). Sono pagine sincere, in cui per una volta parla la persona e non il personaggio mediatico.
Un grosso spazio ha infine la nota vicenda del matrimonio, durato sei anni e concluso con un divorzio, con un imprenditore svizzero, iniziativa comprensibilmente accolta in modo non proprio entusiastico dalla famiglia di lui.
E che ha visto la Paradiso per qualche anno nell'improbabile ruolo della tranquilla casalinga borghese, sia pure con la sua trasmissione tv (e qualche filmetto un po' "spinto" di nascosto, uno dei quali causa, alla fine, il divorzio).
Non so se l'editore si sia consultato con un avvocato tagliando qui ciò che suonasse offensivo, o se (meno probabilmente) per una volta la Paradiso sia riuscita da sola a mantenersi negli argini, ma anche questa vicenda è narrata in modo sì vivace ma vivaddio senza scadere nelle solite recriminazioni contro l'ex, di cui sono ormai (inutilmente) piene le autobiografie.
Certo, l'ex marito non ne viene fuori come un santo eremita, ma dalla stessa descrizione che la Paradiso fa dei trattamenti che gli ha inflitto non si può che provare simpatia umana per lui, caduto nelle mani di quella virago di cui lui era, per sua sfortuna, innamorato.
Insomma, a parte la reticenza a raccontare del lavoro televisivo (e delle partecipazioni a film per adulti...) Madame Paradiso ha parlato fuori dai denti, dimostrandosi personaggio dotato di innegabile verve e una grinta piuttosto sviluppata.
Questa intervista-biografia si legge pertanto con gusto e divertimento.