Poesie per un "diverso" - Un Giacomo Leopardi gay del XX secolo, elegante e misurato

24 aprile 2008

Questa edizione ingloba innanzi tutto la raccolta: Figli ribelli. Poesie per un diverso (già apparso in: Emilio Faccioli (curatore), Nuovi poeti italiani n. 1, Einaudi, Torino 1980.


Si tratta di poesie d'amore liriche e di grande eleganza, per un ragazzo omosessuale conosciuto in un ospedale psichiatrico e mai scordato.


È palesemente un amore "impossibile", sognato e non vissuto, raccontato da una persona omosessuale che "ce l'ha fatta" a sfuggire dalla trappola di autodistruzione in cui ha invece visto rinchiudersi il ragazzo amato.

L'amore di allora si mescola a un amaro sentimento di umana pietà che emerge oggi:

(...)

Sono "così", ma non me ne vergogno.

Tu te ne vergognavi. Esperto all'arte

nobile del silenzio, non volevi,

non "potevi" accettarti. Tu mentivi

te stesso agli altri. Questo era il tuo dramma.

Ricordo il giorno che gonfiando il petto,

prima che Tu ti aprissi, che ammettessi

quello che Tu credevi il tuo segreto

(rifugio certo al tuo riserbo altero

- lo sentivi ripetere dagli altri -),

Pierino quasi ridipinto a festa,

dicesti con orgoglio ridanciano:

"Io non mi sparo...", e quel che segue taccio.

E invece, preda facile dei sensi

(l'apporto d'una pubertà tardiva),

t'abbandonasti lento, incominciasti

piano, nel sogno, a scendere la china,

ti logorasti (il grave assillo) a lungo

sempre cedendo, sempre più calando,

cogliesti il fiore, divorasti il frutto,

giungesti in breve, rapido, alle soglie

d'una calzante e lucida follia.

Non ti fermasti. Proseguisti ancora

caparbio, attento, vigile, tenace,

alla ricerca solitària e cieca

dell'attimo infecondo, raccogliesti

(vuota la mente, prosciugato il corpo)

le sparse forze, sprigionasti al vento

l'ultime fiamme, l'ultime scintille,

toccasti il fondo, poi, placato i sensi,

giacesti vinto alfine. E fu la notte.


A questa collezione già "collaudata" si aggiunge poi qui una serie di nuove, delicate composizioni d'amore per un ragazzo di nome Lelio, amato ma purtroppo morto.


Albisola ha utilizzato la forma assai "tradizionale" dell'endecasillabo sciolto, adattandolo però all'uso di un linguaggio del tutto "moderno", mai "paludato" e rétro, disinvolto nell'uso dei neologismi e dei forestierismi.

Il rapporto col "precedente" del Leopardi è esplicito, e si nota qualche divertito "leopardeggiamento" del tutto intenzionale, spesso al limite dell'ammiccante citazione, ma l'uso del termine prezioso si mescola ed incastra perfettamente con il linguaggio corrente in modo mai sforzato, con esiti davvero felici.


Si noti per esempio questa descrizione della bellezza di Lelio, che può far pensare alle poesie che avrebbe potuto scrivere Leopardi se avesse potuto ammettere apertamente la propria omosessualità:


"Le foto che tu mi hai scattato a Roma"

erano ventiquattro splendidi nudi

che ti mostravano in tutta la tua

bellezza di giovane e magnifico efebo.


Una, in particolare, col giubbotto

in cuoio nero aperto sul torace

e i pollici infilati nei taschini,

i capelli sugli occhi e su la fronte,

ti mostrava qual eri, nel pieno fulgore

dei tuoi diciott'anni, i bei pendenti ignudi,

colla pelurie e il sesso voglioso,

le dure e sode natiche riflesse

dentro allo specchio contro cui posavi.


Il riflesso del "flash" dentro allo specchio

determinava sopra il tuo bel ventre,

teso e lucente, una chiazza di sole,

e intorno, sopra e lungo la pelurie

tutto uno scintillio di perline di luce.


Solo il serto radioso della gloria

mancava attorno alle tue chiome brune. ...



A mio parere personale si tratta di uno dei risultati migliori della poesia omoerotica italiana del dopoguerra.


Purtroppo non c'è rosa senza spine, ed alcune eccentricità scompongono in questa raccolta il rigore del primo nucleo di poesie; inoltre nulla aggiungono le insipide juvenilia, che semmai tolgono compattezza e rigore al nucleo di poesie giù edite.

Ma è sufficiente separare questa pula dal grano, per avere un testo certamente da leggere se si ama la poesia.

Online si trova del resto qualche esempio di questa produzione per prenderne conoscenza prima di procedere all'acquisto del libro.

La riproduzione di questo testo è vietata senza la previa approvazione dell'autore.

Potrebbe interessarti anche…

autoretitologenereanno
Massimiliano De Giovanni, Andrea AccardiPazzo di tedrammatico2000
autoretitologenereanno
Dennis AltmanOmosessuale, oppressione e liberazionesaggio1974
Luca BaldoniParole tra gli uomini, Lepoesia2012
James BaldwinCamera di Giovanni, Laromanzo1962
Chiara BeccalossiFemale sexual inversionsaggio2011
Gian Piero BonaSoldato nudo, Ilromanzo1961
Luigi Romolo CarrinoPozzoromoloromanzo2009
Paul Caufeynon (pseud. Jean Fauconney), Pietro FabianiFollia erotica, Lasaggio1965
Giovanni Dall'Orto, Paola Dall'OrtoFigli diversi new generationsaggio2005
Edwin FeyEstate a Sodomaromanzo1966
Edward Morgan ForsterMauriceromanzo1999
Tutti i risultati (18 libri) »
titoloautoredata
Definirsi è limitarsi?
NON definirsi è addirittura castrarsi...
Giovanni Dall'Orto31/08/2008
L'identità omosessuale: cos'è, a che serve, come si cucinaGiovanni Dall'Orto30/08/2008