recensione diMassimo Basili
Cybersix (Voll. 1 e 2)
All'epoca della sua prima uscita — gli inizi degli anni novanta — la faccenda mi indispettiva: quando chiedevo all'edicolante l'ultimo numero di Cybersix, mi indicavano lo scaffale delle riviste porno.
Forse era il nome della testata, che si prestava ad equivoci (six è simile a sex); il diffuso disprezzo verso i fumetti faceva il resto.
Ripensandoci ora che Cybersix viene ristampata integralmente da Coniglio Editore in una veste grafica ed editoriale di tutto rispetto (qualche refuso ed errore di adattamento c'è però scappato lo stesso) basandosi sulla riedizione che i due autori ne fecero per il mercato francese, la svista non era del tutto ingiustificata.
Non che Cybersix sia una serie erotica, tutt'altro. È solo un fumetto anomalo e in anticipo sui tempi ma a tutti gli effetti riconducibile al genere popolare da edicola, come i bonelliani Tex e Dylan Dog, per intendersi. Al contrario di questi, gli autori argentini Trillo e Meglia si sono però tenuti lontano dal politicamente corretto, non lesinando in quest'opera dosi massicce di sesso e affrontando come parte integrante delle vicende personaggi e temi decisamente queer.
Cybersix, "fantastica creatura della notte", è un'essere artificiale dalle fattezze procacemente femminili e dotata di agilità e forza sorprendenti. È l'unica sopravvissuta di una serie considerata difettosa perché in grado di provare sentimenti. Sfuggita al controllo del suo creatore, il malvagio dottor Von Reichter, nazista impenitente, si rifugia nella megalopoli di Meridiana, nascondendosi sotto le sembianze del timido ed impacciato professore di letteratura Adrian Seidelman.
Di giorno Cybersix insegna lettere e traduce Pessoa come Adrian, attirando i sospetti delle vicine pettegole che lo credono gay; di notte combatte le creature che Von Reichter e il figlio Joseph, criminale assatanato dalle sembianze di indifeso ragazzino, le scatenano contro per ucciderla e delle quali lei si nutre, vampirizzandole. Come loro, infatti, anche nelle vene di Cyb scorre la "sostanza", sua unica debolezza e fonte di sostentamento.
In vesti maschili, Cybersix/Adrian diventa confidente dell'irruente giornalista dell'"Independent" Lucas Amato, il quale nel frattempo si è innamorato della misteriosa donna vestita di nero e all'amico confessa i suoi patemi d'animo. Anzi, Lucas è un po' geloso del rapporto speciale che Adrian sembra avere con Cyb, senza sapere ovviamente che si tratta della stessa persona! Nonostante ricambi i sentimenti di Lucas, Cyb non gli si è mai concessa: ha paura di poter trasmettere al suo uomo qualche terribile malattia, convinta anche per questo di essere un mostro rifiutato da tutti...
Potrei fermarmi qui e già il lettore gay avrebbe pane per i propri denti. Ma lo sceneggiatore Carlos Trillo, vecchia volpe del fumetto argentino e da sempre affezionato ai personaggi omosessuali e transgender (vedi anche un altro fumetto con personaggi gay dello sceneggiatore, Borderline) ci infila anche comprimari di tutto rispetto. Come il giovane Gogo, ingenuo nipote gay di un rivale nazista di Von Reichter, che fa la corte al figlio di quest'ultimo sottovalutandone la feroce caratura; oppure il giornalista dell'"Independent" Frank Rabitti, il cui cervello viene trasferito da Von Reichter nel corpo di una procace serial killer bionda e col quale seduce il collega Lucas Amato, replicando così — ma al contrario — la sarabanda di corpi, generi e identità che rende già complicato il rapporto d'amore tra Cybersix e Amato. Per non parlare del servo obbediente di Von Reichter, Krumens, il cui rapporto con lo scienziato sembra ricalcare il misto di amore cieco e sudditanza che caratterizza Mr. Burns e Smithers nei Simpson.
La peculiarità di Cybersix non sarebbe tale se trascurassimo il suo aspetto grafico: un segno stilizzato e grottesco, lontano dalla tradizone argentina (che predilige il realismo nelle storie drammatiche) e parente stretto del cinema d'animazione.
Al metodo imparato negli studi di animazione si ispirò Meglia (scomparso a 50 anni nel 2008) quando gli toccò garantire 96 pagine mensili, disegnando i personaggi sugli sfondi preparati prima, per velocizzarne la lavorazione. E all'animazione Cybersix è tornata nel 2001, in una pregevolissima serie a cartoni animati di 13 episodi di produzione nippo—canadese, che ha avuto un buon sucesso all'estero ma non è mai giunta in Italia, nonostante fosse stata già abbondantemente purgata dei contenuti più scabrosi del fumetto di origine.