recensione diGiovanni Dall'Orto
Krampack
Spagna, estate 1999: i genitori partono per le vacanze, e il sedicenne Dani rimane solo in casa. Di lì a poco lo raggiunge l'amico e coetaneo Nico e i due si apprestano a trascorrere insieme la villeggiatura.
Nico vuole approfittare dell'occasione dell'assenza degli adulti (è rimasta solo una simpatica governante che però si limita a curare la casa e i pasti, senza sorvegliarli) per perdere infine la "verginità" e trovare una ragazza.
Ma c'è un "ma": i due adolescenti erano stati in passato complici di giochi di masturbazione simultanea (e forse, lascia intuire il regista, di qualche intimità sessuale in più), ma quest'anno per la prima volta la cosa è diversa: sono entrambi ormai giovani adulti, e ora Dani si rende conto del fatto che quello che fino all'anno prima era solo un gioco e uno "sfogo" ha improvvisamente smesso di essere tale. Ormai prova per Nico un'attrazione e un desiderio che vanno ben al di là del semplice gioco sessuale fra ragazzi...
Al contrario Nico, i cui desideri sono decisamente e potentemente eterosessuali, considera quel "gioco di mano" (per il quale i due hanno inventato una parola in codice, "krámpack", per poterne parlare senza che gli adulti comprendessero) come parte di un passato che l'avvicinarsi dell'età adulta gli permetterà di lasciarsi definitivamente alle spalle.
Dani oscillerà fra desiderio di rivelare il suo amore all'amico (che non ha ancora compreso che qualcosa quell'anno fra loro è cambiato), la paura dei sentimenti che scopre dentro di sé, e il desiderio di lasciarsi andare ed accettarsi per quello che ha scoperto di essere (in una potente scena si offre brutalmente al "gay del villaggio" per un'iniziazione che gli bruci i ponti dietro le spalle, mentre il suo "iniziatore" esita, pure essendo attratto da lui, sapendo che non è quello il modo di attraversare il guado. E infatti non riesce ad esserlo: l'innamoramento, scopre Dani, è cosa ben diversa dal puro sesso).
In parallelo alla sua storia scorre quella di Nico, che a sua volta s'avvicina al "rito d'iniziazione" della "prima volta" eterosessuale con maggiore baldanza, ma anch'egli con tutte le ingenuità e le attese, le speranze e le incertezze dell'età.
Il film si regge insomma sulle storie parallele di due amici, o meglio su due storie che dovrebbero a rigor di logica essere parallele, e che invece divergono a causa del differente giudizio sociale e morale rispetto ad eterosessualità ed omosessualità.
I due ragazzi troveranno però nell'amicizia e soprattutto nel rispetto delle differenze reciproche la soluzione al problema, con un finale ottimistico.
Il tema del film è quindi la scoperta e l'accettazione di sé nell'età adolescenziale, un "sé" che cambia in modo spesso troppo rapido, e spessissimo in modo del tutto inatteso, come è nel caso di Dani.
Su questa tematica principale si innesta quella, ancora poco esplorata dal cinema (anche se qualche esempio celebre si può già citare nei casi di opere come Y tu mamá también, Beautiful thing o Coming undone), del coming out in età adolescenziale, cioè della prima scoperta della propria omosessualità e della scelta obbligata tra l'accettarsi per quel che si è o il reprimersi.
Il regista ha saputo muoversi con estrema delicatezza in un ambito decisamente scottante su un tema tabù (e infatti, nonostante l'assenza di scene di sesso - e giusto per la cronaca, gli attori sono tutti maggiorenni - è riuscito a beccarsi una serie di divieti ai minori), e a raccontarci una favole delicata e simpatica. Il suo sguardo si limita a registrare, senza commentare, e al massimo a sorridere con indulgenza ai "pasticci" che combinano i due cuccioli d'uomo decisi a crescere tutto d'un botto.
E chi, come me, ha qualche anno sulle spalle, ricorderà con piacere e divertimento, riconoscendosi nelle goffe manovre e nelle paure e incertezze di Dani, i propri innamoramenti "impossibili" di un'età in cui la direzione da prendere sembrava ancora un mistero e in cui i sentimenti e i desideri suscitavano al tempo stesso entusiasmo e paura.
Consigliato a chi ha l'età dei protagonisti, come pure a chi ha due o tre (o...) volte quegli anni.