recensione diGiovanni Dall'Orto
Angeli malvagi, Gli [1955]. Romanzo erotico fra dolcezza e sadismo.
Edito nel 1955 (e immediatamente sequestrato per "oscenità" nel 1956), Gli angeli malvagi racchiude due racconti consecutivi sulla nascita dell'amore fra due diciassettenni, cugini, in un'estate degli anni Cinquanta.
Contiene momenti di lirismo dolcissimo, inframmezzati a scene di sesso che per l'epoca dovettero essere audacissime (anche se oggi siamo abituati a ben altro).
Purtroppo, man mano che il racconto procede l'atmosfera si fa sempre più violenta e sadica, al punto che uno dei due ucciderà l'altro a frustate per poi suicidarsi, con un non-lieto fine gratuito e moralistico.
Evidentemente la punizione finale per l'omosessuale era un topos letterario a cui, in quegli anni, non poteva sottrarsi neppure un romanzo erotico...
Quando il libro uscì l'autore, orfano, aveva sedici anni ed era, come la nota dell'editore omette di dire, figlio adottivo e convivente dello scrittore omosessuale e cattolico Julien Green (cfr. l'intervista in "Gay Times", January 1991, pp. 54-56).
Il modo smaliziato con cui Jourdan maneggia tutti i luoghi comuni della letteratura erotica clandestina dell'epoca non può che far sorgere il sospetto che Green non sia stato estraneo alla stesura di quest'opera, che è da considerarsi una delle più mature e complete opere erotiche gay dell'immediato dopoguerra.