recensione diGiovanni Dall'Orto
Dhalgren [1975]. Bisessualità e utopia in un romanzo di fantascienza.
Romanzo di fantascienza.
Questo pretenzioso mattone di 888 pagine, per la sua disperata pretesa d'essere un'"opera-d'arte-con-messaggio-filosofico", anziché un onesto e godibile romanzo di fantascienza, è oggi praticamente illeggibile. (Eppure è il solo romanzo importante di Delany ad essere attualmente in commercio... Misteri del mercato).
La narrazione descrive la vita anticonformista di Bellona, città dalle due lune collocata da qualche parte degli Usa, in cui la vita si svolge a metà strada fra lo stile degli hippies e quello degli Hell's angels.
L'omosessualità è spesso presente nella narrazione, ad esempio nel personaggio di Tak (sadomasochista che ha un rapporto orale col protagonista, Kidd, la sera stessa del suo arrivo in città) e in quello di Denny, o in Kidd stesso che "lo fa" con le ragazze ma non disprezza i rapporti con i gay.
In questo atteggiamento d'ondeggiamento sessuale c'è probabilmente un riflesso della condizione di Delany, gay, ma con una lunga "carriera" eterosessuale alle spalle...
Assai dettagliata la descrizione degli atti sessuali, che è valsa a Delany l'accusa di "pornografia".
A mio parere questa accusa è completamente infondata: il carattere esplicito di queste descrizioni nasce infatti dal desiderio (forse, in effetti, "un attimino" troppo zelante) di introdurre infine nella fantascienza un tema fin lì ossessivamente censurato, quale era stata fino a quel momento la sessualità.
E del resto, chi mai sarebbe tanto cretino da sciropparsi 888 pagine di delirio fantascientifico, in più punti di lettura lieve quanto il cemento, al solo scopo di masturbarsi?