recensione diGiovanni Dall'Orto
Intruso, L' [1993]. Un amore e una famiglia gay colpiti dall'Aids.
Bel racconto d'una relazione d'amore (iniziata nel 1990 a New York e conclusa infine a Roma) fra l'autore Brett Shapiro (giornalista statunitense, padre d'un bambino adottivo) e il giornalista italiano Giovanni Forti (a sua volta padre biologico d'un adolescente).
Fra loro si inserisce un terzo incomodo, un "intruso": l'Aids, malattia di cui Forti morirà nel 1992 a soli 38 anni!
Questo libro è la storia di quella relazione, con i suoi momenti belli e quelli difficili (innescati talora dal carattere alquanto egocentrico di Forti, descritto però dal suo compagno senza mai recriminazioni o astio, anzi...) superati dall'amore, che spinse i due a celebrare un "matrimonio" simbolico presso una congregazione ebraica gay di New York.
I due sono uniti non solo dalla comune omosessualità (che a dire il vero Shapiro accetta senza tutti i problemi di Forti) ma anche dalla comune esperienza di paternità e dalla comune origine ebraica.
Il libro incastona nella narrazione numerose lettere di Giovanni Forti, e pubblica in appendice una sua novella.
L'intruso è un bellissimo ricordo d'amore ed è al tempo stesso una commemorazione d'una figura umana complessa come quella di Giovanni Forti (al cui nome è oggi intitolato l'Arcigay di Bari): marxista, ebreo, omosessuale, collaboratore del quotidiano "Il Manifesto" e del settimanale "L'Espresso" (ma anche di riviste gay come "Lambda"), militante gay (Giovanni si prodigò per l'accettazione della tematica del movimento gay nella maschilista e bigottissima "sinistra rivoluzionaria" italiana di quegli anni), ma al tempo stesso giunto all'omosessualità per un cammino tortuoso, sofferto e contraddittorio che, per quel poco che lo conobbi io, gli lasciò molti dubbi e difficoltà. (Ricordo i nostri battibecchi perché, a mio parere, Forti per "spiegare" la sua omosessualità dava troppo credito ai deliri della psicoanalisi, dal complesso di Edipo in giù; quando poi seppi del suo matrimonio religioso, confesso che inorridii... Altri tempi!).
Quando fu pubblicato, questo atto d'amore di Brett Shapiro fece molto parlare, e fu molto apprezzato, come testimonianza molto incisiva. (E da parte sua "L'Espresso", con una decisione più unica che rara, dedicò la copertina alla scomparsa di Giovanni).
Quella di Giovanni Forti è stata infatti solo una fra migliaia di storie di compagni (in tutti i sensi) che abbiamo perduto all'improvviso, uno dopo l'altro, negli anni in cui l'Aids colpiva spietatamente a caso fra noi, e sembrava che nulla potesse mai fermarlo.
Shapiro, che sa scrivere, con questo libro ha fatto della vicenda umana di Giovanni Forti una storia "esemplare", la storia di tutti noi, e di tutti coloro che abbiamo amato ed abbiamo perso in quel periodo così tragico e buio.
Consigliato a chi questo periodo l'ha vissuto, e a maggior ragione a chi, per sua fortuna, è venuto dopo...