Regno della fallocrazia, Il [1985]. Atene classica, lesbismo, pederastia e femminismo

27 settembre 2005

Sanguigno saggio dedicato alla "politica sessuale ad Atene", di parte femminista, che ben documenta l'ossessione della supremazia maschile e del fallo nella società ateniese classica, nonché lo sfruttamento della donna.

Ottima l'illuminante analisi delle immagini dipinte sulla ceramica classica, testimonianza fin qui presa in considerazione in modo insufficiente.

L'autrice propone un punto di vista fresco e nuovo, necessario a comprendere il carattere della sessualità classica. Non è però aliena da interpretazioni bizzarre (specie psicoanalitiche) non sempre opportune, specie laddove inaccettabilmente si commentano e interpretano le... "espressioni" emotive delle figure dei dipinti vascolari antichi.

L'omosessualità maschile è discussa nel capitolo: "Il bel ragazzo: sostituto della donna o del figlio?", alle pp. 295-319, e altrove (oltre alle pagine citate nell'indice analitico, anche sotto la voce "prostituzione maschile", vedi le pp. 79, 191, 241, 251).

Due cenni al lesbismo nella Grecia classica alle pp. 97-98 e 189-191.

L'autrice afferma che

"nell'età classica l'omosessualità maschile era, nella migliore delle ipotesi, tollerata a malincuore" (p. 295).

Keuls sottolinea il carattere pederastico di tale omosessualità, in quanto:

"una relazione omosessuale tra eguali trasgrediva i limiti della corrente moralità sessuale" (p. 310).

La Keuls sottolinea poi il disprezzo per il maschio adulto che si lascia "usare" nel rapporto omosessuale (il kìnaidos), e individua su alcuni vasi antichi scene di prostituzione maschile fin qui passate inosservate.

Infine parla delle leggi che proteggevano i giovani ateniesi contro il pericolo di seduzione omosessuale.

Non sono tutti nuovi i dati presentati, eccetto per la parte iconografica che riserva autentiche "sorprese".

Importante è però l'interpretazione del fenomeno pederastico proposta dalla Keuls:

"Una relazione fra due maschi adulti più o meno della stessa età e dello stesso livello sociale nega l'uso del sesso a sostegno di una struttura di potere, che si tratti di quella dell'uomo sulla moglie, dell'uomo sulla prostituta o del maschio adulto su quello giovane.

Questa è forse la ragione per cui la vera omosessualità tra maschi adulti è quasi universalmente condannata, come avveniva nell'Atene classica: non perché sia "innaturale" o perché spezzi il legame tra il sesso e la procreazione" (p. 297).

(Per una recensione di quest'opera vedi: Massimo Vetta, Ambivalenza sessuale e condizione femminile nel mondo antico, "Quaderni urbinati di cultura classica", LXVI 1991, pp. 151-158).

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