recensione diGiovanni Dall'Orto
Figli dell'invasione [1957]. Non tutte le "zitelle" sono tali...
Romanzo di fantascienza.
Oltre che nell'edizione "Urania" del 1959 qui recensita, quest'opera è stata ristampata due volte: sempre nella collana "Urania" (n. 497 del 22/9/1968), e negli "Oscar" Mondadori, Milano 1973.
Da questo testo, inoltre, sono state tratte ben due riduzioni cinematografiche (la prima nel 1960 da Wolf Rilla, la seconda nel 1995 da John Carpenter), intitolate entrambe Il villaggio dei dannati. Nessuna delle due ha però conservato l'episodio lesbico.
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Fra i molti romanzi dell'epoca della "guerra fredda" che esprimevano il terrore d'essere "invasi dall'interno" (da traditori, comunisti, gay, pacifisti...) questo di John Wyndham è uno dei più rappresentativi.
L'invasione aliena avviene infatti qui talmente "dall'interno" che più "dall'interno" sarebbe impossibile: ha infatti luogo ingravidando in modo misterioso le donne di un paesino inglese.
Fra le donne gravide c'è anche la signorina Lamb, nubile. Quando lei scopre d'essere incinta la sua "amica", la signorina Latterly, ne è talmente sconvolta da dimostrare che fra loro due c'è qualcosa di più di una semplice "amicizia" (cfr. le pp. 71, 90, 98 dell'edizione Oscar, 1973).