recensione diGiovanni Dall'Orto
Vacanze nel deserto [1972]. Un classico del fantastico. Con un gay come protagonista positivo.
Questo (pur non essendo un'opera di fantascienza, ma semmai di fantasy o fantastico) è uno dei più straordinari libri di Robert Silverberg, non a caso ristampato diverse volte (la prima, quella qui recensita, come Vacanze nel deserto, Dall'Oglio, Milano 1975; la seconda, con lo stesso titolo, nei "Classici di Urania" n. 172, luglio 1991; la terza infine, recente, col titolo Il libro dei teschi, Fazi, Roma 2004).
Quattro amici, dopo aver scoperto un misterioso manoscritto contentente un'arcana sapienza antica, partono per affrontare, nel deserto, una prova che darà a due di loro l'immortalità, ma solo a spese della vita degli altri due.
Il trucco funziona però solo se la vita viene concessa spontaneamente: l'omicidio non vale!
Ned è omosessuale, e pare quindi una delle due vittime designate.
Invece sopravviverà, mentre il granitico Oliver, maschio strapazzafemmine, glaciale, oggetto del desiderio sessuale di Ned, svelerà in extremis dietro la sua maschia e ferrea volontà la repressione della propria omosessualità. E la scoperta lo porterà al suicidio.
Ned è il solo personaggio francamente simpatico del romanzo, e l'omosessualità è centrale per lo svolgimento della vicenda.
Inoltre i caratteri dei personaggi sono delineati con finezza, cosa essenziale in una narrazione basata sul tema del "viaggio interiore alla scoperta di se stessi".
Un classico!