recensione diGiovanni Dall'Orto
Quando cambiò [1972]. Un mondo senza maschi... in cui si stava bene, prima che tornassero.
Potente, visionario racconto di fantascienza che si colloca all'inizio del contrattacco, da parte di scrittrici femministe e spesso anche lesbiche, contro le terrificanti distopie ( = utopie negative) costruite dai signori scrittori di fantascienza quando parlavano di mondi privi di esponenti del sesso maschile.
Dopo aver letto il delirio lucido di opere come The female man, quest'opera, tanto rispettosa dei cànoni tradizionali del racconto, può apparire al confronto un po' "slavata", ma quando apparve costituì un completo, polemico ribaltamento delle convenzioni letterarie del genere fantascientifico, in cui un "mondo senza maschi" poteva essere solo o un incubo politico, o un sogno erotico (per l'unico maschio sbarcatovi, ovvio).
Il racconto apparve per la prima volta nel secondo volume dell'antologia-spartiacque (dedicata ai temi "pericolosi") curata da Harlan Ellison, Again, dangerous visions, nel 1972.
La trama è presto detta: su una "colonia perduta" un virus ha sterminato selettivamente l'intera popolazione maschile.
Le donne, per sopravvivere, hanno imparato a riprodursi con la fusione degli ovuli, costruendo una società basata su valori femminili (collaborazione, non-competitività), e sull'amore fra donne.
L'arrivo dallo spazio dei maschi, esseri gretti e rozzi, impone con la violenza un nuovo (ossia vecchio) ordine di cose...
Il cambiamento avviene, ma non è un cambiamento per il meglio, anzi!
Questo racconto ha un seguito parziale proprio in Female man, della stessa autrice, dove riappare come protagonista una delle donne di questo racconto.