recensione diGiovanni Dall'Orto
Amazzoni, Le [1955]. La guerra fra i sessi, capitanata da cripto-lesbiche.
Romanzo di fantascienza.
Un'opera semplicemente straordinaria per quanto svela su mentalità e pregiudizi.
Straordinaria perché è una metafora sul lesbismo, che ciononostante riesce a costruire un intero romanzo senza nominarlo mai neppure una volta.
In secondo luogo è straordinaria per l'approccio totalmente paranoide, psichicamente malato, con cui presenta le donne lesbiche: un approccio concepibile solo nel pieno dell'isteria della "caccia alle streghe" maccartista, nel mezzo della quale occorreva fare attenzione, che so, alle termiti sul tetto non perché rischiassero di danneggiarlo, ma perché di sicuro erano spie comuniste camuffate che spiavano le conversazioni sotto di loro... (Ogni somiglianza col delirio paranoide anti-mussulmano in corso tra i fascio/leghisti italiani (e non) non è per nulla casuale...).
Il romanzo in sé si basa sulla vicenda d'un giovane scienziato che scopre per puro caso (e sventa tutto da solo) una cospirazione mondiale di super-donne mutanti (le "vedove bianche" del titolo originale inglese, che allude ai pericolosi ragni detti "vedove nere") dotate di poteri telecinetici, che aspirano all'eliminazione dei maschi, al matriarcato ed alla riproduzione partenogenetica.
E per questo stanno organizzando una vera e propria "guerra fra i sessi" (e il romanzo fu ristampato nel 1960 proprio con questo titolo: The sex war).
Queste donne si riconoscono a vicenda da indizi minimi e segni subliminali (proprio come le lesbiche). Ma il lesbismo non viene mai evocato apertamente per tutto il romanzo: la tematica omosessuale, evidentemente un tabù innominabile per quanto piccante, è evocata unicamente attraverso la metafora.
Tutti dovrebbero tenere sul comodino una copia di questo libro, per leggerla ogni volta che inizino a pensare che la destra potrebbe essere una soluzione, invece che sempre e solo un problema...