recensione diGiovanni Dall'Orto
Rovine di Isis, Le [1978]. Una risposta femminista alla distopia del "mondo senza maschi"
Romanzo di fantascienza.
Su un pianeta governato da un rigido matriarcato arriva una coppia (moglie e marito) di ricercatori, per studiare le rovine lasciate da una misteriosa civiltà aliena.
Mostrando il disagio del maschilista marito e della succube (ma via via più sicura) moglie (la "vera" ospite onorata), Bradley riesce acutamente a rovesciare i luoghi comuni antifemministi mostrando quanto risulti "logico" ed "ovvio" affermare l'opposto di quanto essi affermano, una volta che lo sia dia per scontato.
Tuttavia la sua utopia (o distopia, a seconda dei punti di vista) pur essendo femminista, entra in polemica con la visione più radicale lesbico-separatista, alla Joanna Russ: la conclusione sarà infatti che solo cooperando su un piano di parità donne e uomini possono costruire una società giusta.
Le donne di Iside costruiscono legami affettivi ed anche sessuali che durano per la vita, l'accoppiamento coi maschi è un rito strettamente regolamentato, o un capriccio erotico a cui dedicarsi con uomini-giocattolo.
La protagonista si trova in più occasioni testimone e poi oggetto di attenzioni lesbiche, in particolare da parte di Laurina, che è letteralmente innamorata di lei. Da qui crisi di gelosia del marito, che nel frattempo trama nell'ombra per spingere i maschi alla ribellione.
L'autrice accenna anche alla presenza di travestiti-sciamani, e delinea un innamoramento romantico esclusivo fra una donna e un uomo, che in quel contesto risulta tanto "anormale" e disapprovato quanto una relazione omosessuale nella nostra società.
Un bel romanzo "a tesi", ben costruito, anche se la conclusione è talmente ingenua che l'autrice ha bisogno dell'alienus ex machina per garantire alla vicenda un lieto fine... per niente scontato, visti i macigni che la stessa autrice aveva disseminato sulla sua strada!