recensione diGiovanni Dall'Orto
Storie degli Sciti. Gli "enarei" o "effeminati" nel mito indoeuropeo
Quest'opera (che ingloba - ovviamente in traduzione italiana - la monografia Les "énarées" scytiques et la grossesse du Narte Hamyc, già in "Latomus", V 1946, pp. 249-255) alle pp. 167, 184-190, 197 e 208-219 discute degli "enarei" (effeminati/travestiti colpiti dalla "malattia femminile") presso l'antica popolazione degli Sciti, abitanti delle pianure dell'Est europeo.
Leggendo le testimonianze sul fenomeno alla luce di miti indoeuropei provenienti dall'area della Scizia, Dumézil mostra come gli enarei fossero "capi o stregoni effeminati" dotati contemporaneamente di due nature, maschile e femminile.
La loro condizione ha un parallelo nel mito di Xæmyc, nel quale un uomo si sostituisce alla moglie (una dea) nel portare a termine una gravidanza, da cui nascerà un eroe.
L'interesse principale di Dumézil è rivolto a decifrare il mito, più che a ricostruire il ruolo sociale dell'enareo.
Ma anche così, questa monografia resta la più interessante fra quante hanno sino ad oggi affrontato il travestitismo sciamanico delle popolazioni antiche.
Un testo decisamente per specialisti, scritto oltre tutto in parte in un'epoca in cui si avevano troppe e troppo granitiche certezze sulla presunta "cultura indoeuropea" che gli studi più recenti stanno demolendo (oggi si discute apertemente del fatto che gli Sciti fossero altaici (turchi) piuttosto che indoeuropei), ma pur sempre un saggio di grande fascino. Non fosse altro per gli oscuri miti e le esotiche popolazioni che tratta.
Sullo stesso tema, chi sa il latino può consultare la dissertazione di Heyne del 1778.