recensione diGiovanni Dall'Orto
Palle di toro [1992]. Conrad e Paul più esilaranti che mai
Per koenig, ormai, un capolavoro tira l'altro.
La coppia formata da Conrad e Paul è di nuovo in crisi. Come ormai avviene abitualmente da dieci anni, del resto...
Questa volta però la situazione è seria. Il piccolo, pepato, disinibito Paul, dai gusti orientati al leather e all'SM (un autoritratto dello stesso Koenig), prende una sbandata tremenda per un muratore spagnolo, una virile montagna di muscoli e pelo, un po' esibizionista e un po' bisessuale. Il sensibile, artistico Conrad s'invaghisce invece del suo allievo di pianoforte, un languido diciassettenne cattolico (che peraltro si rivelerà meno ingenuo di quanto sembrasse).
Da questo momento in poi, è il delirio. Nella casa e nella vita dei due succede praticamente di tutto.
Koenig si dimostra una vera carogna per il modo in cui scortica senza nessuna pietà i tic, le manie, le contraddizioni e le piccole e grandi ipocrisie del mondo gay.
Con lo sguardo di chi osserva un'interessante specie d'insetti esotici, l'autore ritrae con cura le assurdità e gli aspetti francamente ridicoli d'un mondo di cui egli fa parte a pieno titolo e che pure ama. Magistrali, ad esempio (due soli esempi fra mille) la scena in cui una coppia gay discute, con gli amici, dei filmini porno con fistfucking che si auto-gira con la nuova cinepresa digitale, mentre il loro cagnetto vomita e i due s'interrompono giusto per battibeccare come qualsiasi coppia di questo mondo su chi dei due debba pulire il disastro. Surreale... ma terribilmente corrispondente a ciò che conosciamo dalla nostra vita reale.
O la scena in un luogo di "battuage" in cui un attimo di sesso selvaggio fra Paul e il suo muratore è interrotto al momento cruciale dall'arrivo di due ciarlieri e ignari leathermen che cicalano delle più scontate checcate immaginabili. Devastante.
Si direbbe che Koenig si diverta a mettere in imbarazzo i suoi personaggi, ma c'è di buono il fatto che egli ha concesso loro inventiva, intelligenza e soprattutto orgoglio di sé sufficienti a uscire sempre in piedi dalle tempeste a cui li sottopone. Perfino la relazione tra Conrad e Paul sopravviverà (magari un poco ciancicata, ma integra) al ciclone del doppio innamoramento.
Questo libro è sconsigliato a: permalosi che si offendono se si riconoscono in uno dei personaggi del fumetto (ed è praticamente impossibile che il lettore non riconosca se stesso o qualcuno dei suoi amici in questo o quell'aspetto della vicenda, "troppovvéra!"); sessuofobi che non sopportano le scene di sesso disegnate con sarcasmo ma anche in modo esplicito; gay repressi che vorrebbero che di noi fosse dato sempre un'immagine sterilizzata, possibilmente asessuata, rassicurante e innocua; la zia Petronilla (97 anni) che potrebbe trovare alquanto eccessive le scene di sesso; gli omofobi in genere.
È invece consigliato, e caldamente, al resto dell'universo. Questo è un capolavoro. D'ora in poi la vostra vita ha davanti a sé solo due vie percorribili: leggere Koenig, oppure vivere un'esistenza triste e spenta. Scegliete voi... ma poi non dite che non vi avevo avvisati.
(P.S. Per uno dei misteri arcani dell'editoria a cui ci hanno ormai abituati gli editori italiani di fumetti, questo volume, scritto prima (il copyright è del 1992) di Super Paradise (del 1999), in Italia è stato pubblicato solo dopo. Saperlo è utile per capire alcune incongruenze, a iniziare dal fatto che Paul qui non è ancora sieropositivo e non si comporta ancora come tale).