recensione diDaniele Cenci
Peccati veniali
È l'ultima raccolta edita in Italia nel 2004 ad essere incentrata su brevi storie omosessuali, ma non solo.
La cura Antonio Veneziani, poeta e autore di antologie ed inchieste insieme a Renzo Paris e Riccardo Reim, dei quali segnaliamo, in nuove vesti arricchite, I mignotti (Mare Nero) sulla prostituzione maschile, e Porno cuore (Coniglio Ed.) sulle fantasie e i percorsi erotici di alcuni giovani gay.
Peccati veniali riunisce 28 autori (molti affermati, altri esordienti) ed è tutto percorso da stili cangianti e ottiche "multifocali". Per introdurlo, Veneziani distilla "sette pensieri spettinati" che hanno il sapore di una tranche de vie, un vero e proprio inno alla seduzione.
E iniziamo pure la nostra breve rassegna con Sylvano Bussotti, insuperato outsider della musica colta e artista polimorfo: in Calligrafia di un romanzo. Uno e Due viene annodato un favoloso arazzo proustiano con struggenti memorie d'adolescenza, intriso di notturne fragranze ed omoerotici accordi.
Alessandro Golinelli, in Fratelli, rivive i progressivi spostamenti del piacere tra un giovane occidentale e i suoi partner tunisini, due focosi e teneri fratelli.
Carmine Amoroso (suo il sorprendente film Come mi vuoi, 1996) scherza con un diciasettenne superdotato che muore dalla voglia di deflorare una ragazzina del suo paese; mentre il cantante Ivan Cattaneo in Manzo che russa cattura l'ossessione di una maestrina abruzzese che s'eccita respirando lo slip di un "torello" ruspante e ronfante, suo vicino di stanza.
Helena Velena, pasionaria culturale, evoca, come in un trip acido, il rapinoso pulsare dei sensi tra una translesbica e la metallara Sabrina; e Francesca Mazzuccato ne La periferia delle anime perdute restituisce l'afrore d'una città mediterranea, dove vale la pena di perdersi nell'abbandono di corpi carichi di sensuali umori.
Fabio Croce, editore e poligrafo, in 22 X 2 smaschera il gioco di un "timido" paraculo, dimostrando come ancora una volta il desiderio riesca a colmare differenze di età e di bisogni; e se Paris scherza col noir inscenando i virtuali giochi di due coppie divoratrici di filmini porno fino al finale in chiave pulp, Reim tratteggia il burrascoso ménage tra un marchettaro e un uomo maturo che l'ha rimorchiato sotto la misteriosa spinta di una "voce esterna".
Silvana Baroni ritrae, in una gustosa parodia postfemminista, la lucida follia di "un'incoercibile ninfomane, una sessuologa stravagante, un'entomologa del cazzo", che quadrerà il cerchio delle sua spasmodica ricerca di un Fallo dalle ineguagliate misure, intercettando il pollice dell'Onnipotente nell'affresco di una chiesetta abbandonata.
Marco Barbieri ne Lo specchio andaluso orchestra (in uno strepitoso pastiche tra Puig e Mendicutti) lo scoppiettante monologo d'una giovane checca, innamorata persa di un impeccabile soldatino; e Claudio Marrucci conclude con un'esilarante girandola di coiti interrotti: due maschi si ingegnano di scopare nei posti più impensati, ma vengono immancabilmente sabotati sul più bello dalle intrusioni d'un cieca fortuna.
Non c'è proprio più spazio per dar un sia pur minimo assaggio degli altri racconti, ma invitiamo a leggerli tutti: siamo certi che sapranno spiazzarvi.