recensione diGiovanni Dall'Orto
Gamiani [1833]. Lesbismo e perversioni varie per stuzzicare i maschi etero
"Il celebre romanzo lesbico nato dalla fine dell'amore tra de Musset e George Sand", strilla in copertina l'editore, per sollecitare un interesse morboso, utile a far cassa.
"Non può esserlo", spiega invece nella ottima nota introduttiva Mirella Di Maio. L'opera uscì infatti prima della rottura fra i due, nel 1833.
Questo dovrebbe essere un romanzo erotico, che però io ho trovato catalogo di perversità più noioso che erotico. Il libro è decisamente assai più interessante come documento storico/di costume e d'una mentalità (maschilista).
Quanto al "romanzo lesbico", non lo direi proprio tale: qui siamo di fronte a un prodotto pensato per il consumo dei maschi eterosessuali, nel quale il lesbismo è usato solo in funzione delle loro fantasie sessuali, alla pari con la zoofilia...
L'unico aspetto originale di quest'opera celeberrima è la scommessa attribuita all'autore, e mantenuta: scrivere un romanzo estremamente osé senza mai usare nemmeno una "parolaccia".
La trama del libriccino è presto detta.
Una donna, ninfomane insaziabile, adocchia ad un ballo una ragazza e la seduce.
Arriva però l'immancabile maschiotto che vuole "convertire" la ragazza, poco disposta a permetterlo.
Si arriva comunque all'inevitabile "rapporto a tre", per poi passare a raccontarsi a vicenda e sciorinare le proprie mirabolanti avventure erotiche del passato (di tutto, con tutti e con tutto, inclusa la zoofilia).
Infine, ripugnando all'autore l'idea che due lesbiche possano vivere felici insieme, e non sapendo come concludere altrimenti, le fa suicidare all'improvviso e senza alcun motivo plausibile. Boh...
Se a qualcuno può interessare, esiste online il testo completo della traduzione italiana di Gamianì, oltre a una nota bibliografica di tutte le traduzioni italiane a stampa.