recensione diGiovanni Dall'Orto
Memorie di Adriano [1951]. L'imperatore che proclamò dio il ragazzo amato
In quest'opera, giudicata da molti come la più riuscita della Yourcenar, questa scrittrice ha voluto ricostruire "dall'interno", in prima persona, l'esperienza di vita, l'ambiente, i sentimenti, la dimensione umana dell'imperatore romano Adriano (76-138 d.C.).
Notevole per l'epoca fu il fatto che il capitolo "saeculum aureum" (pp. 143-201) tratteggi a piccoli tocchi né troppo espliciti né reticenti (secondo i cànoni del 1951, ovviamente...) la grande passione omosessuale di Adriano per il l'adolescente Antinoo.
A proposito della precoce morte del giovane durante una navigazione sul Nilo, Yourcenar riprende la leggenda secondo cui costui si sarebbe suicidato ritualmente sacrificandosi per salvare la vita dell'amato, venendone ricambiato con l'elevazione a dio, e l'erezione (ehm) di molte statue: quelle che ci hanno tramandato, a decine, la sua straordinaria bellezza.
Questa non è un'opera storica: è un romanzo. Costruito con grande attenzione al dettaglio, ai dati storici, alla verosimiglianza, ma è un romanzo.
Oggi le ricostruzioni storiche del rapporto fra Adriano e Antinoo non permettono di sposare ad occhi chiusi la tesi, romantica e fascinosa, del suicidio per amore. Una congiura di palazzo per fare fuori un potenziale figlio adottivo ha forse qualche probabilità in più di avvicinarsi alla verità storica... ma molto meno fascino!
Resta il fatto che l'immagine creata dalla Yourcenar in quest'opera è tanto riuscita e potente, che ogni ricostruzione del rapporto omosessuale fra Adriano e Antinoo, oggi, deve fare i conti con essa.
Un'opera rasserenante, bella, profonda, che non ha perso smalto nell'oltre mezzo secolo trascorso dalla sua pubblicazione.