recensione diDaniele Cenci
Queer TV
Miniera inesauribile dove gli autori esplorano decine di filoni, una gran messe di dati e analisi, aneddoti e notizie abilmente montate ricorrendo alle fonti più diverse: archivi audiovisivi, emeroteche, siti internet.
Il saggio si concentra su "omosessualità e trasgressione nella televisione italiana" lungo cinquant'anni di splendori e miserie del tubo catodico (a partire da Filogamo, Don Lurio "folletto asessuato", Paolo Poli, le Sorelle Bandiera...), tra pettegolezzi rivelazioni e finzioni, scandagliando nei palinsesti terrestri e 'celesti' il 'personaggio omo', dalle macchiette e dai travestiti dell'archeologia RAI, alle icone di sempre (la Carrà) e ai caratteri più approfonditi dei giorni nostri. S'indagano le 'prime volte' o le 'comparsate' di gay e lesbiche in ruoli da protagonista o di contorno nei format, nei tele-sceneggiati, nelle serie (la mitica Brothers degli anni '70), evidenziando censure e 'sdoganamenti', autenticità e trash. Fino agli attuali fasti e misfatti del satellite (viene congelata Gay Tv, seguita a garantire un buono spazio gay Canal Jimmy, si affaccia con film inediti e format intriganti il nuovo SKY Show) che vedono le produzioni estere farla da padrone (Will & Grace, Queer as Folk USA, The L Word...). Non vengono tralasciate opportune schede relative al cinema italiano a tematica glbt (tra l'altro, in Totò "malafemmina" si ricordano gli strepitosi travestimenti in gonnella del Principe della risata; grande risalto viene dato alla coppia gay-friendly Vittorio Caprioli e Franca Valeri), anche in considerazione del fatto che per molti il piccolo schermo è stato un'estensione della gran fabbrica dei sogni col suo riproporre pellicole introvabili. Corredano la ricerca alcune interviste e un inserto fotografico che ricostruisce i volti dei nostri mattatori su piccolo e grande schermo.