recensione diGiovanni Dall'Orto
Pazzo di Vincent [1989]. La bella marchetta "sans merci" e il cliente maso
Non sbaglia un colpo la casa editrice gay romana "Playground". Sia per la qualità dei testi che sceglie, sia per la caratteristica di proporre in forma di "libro" scritti che sono spesso poco più di un racconto, che però - e perciò - si leggono gradevolmente in una serata, senza doverne spezzettare il consumo.
Pazzo di Vincent è un racconto, affabulatorio come tutti quelli di Guibert, diviso in brevi frammenti, simili ad annotazioni di diario, per di più narrato in senso inverso (dal finale, inventato, al momento della conoscenza), dell'amore dello scrittore per un sedicenne drogato, eterosessuale, ma per necessità marchettaro.
La vicenda in sé non è importante, come rivela il fatto stesso di averla narrata alla rovescia. Il librettino (74 pagine molto tascabili) si regge infatti sui momenti, frammenti di vita in cui Vincent alternativamente concede se stesso e attimi di tenerezza e abbandono, e momenti in cui disprezza il suo innamorato e desidererebbe essere "lasciato in pace":
"Vincent splendido, elegante, tenero, divertente: mi chiama Guibertino e mi accarezza l'orecchio, mi dà dei bacini. Alla fine della serata mi pianta in asso negandomi una coccola, dice che la Bibbia condanna l'omosessualità, aggiunge che tutte le volte che ho potuto abusare di lui è stato solo perché era ubriaco fradicio" (pp. 30-3).
Questo è il diario (anche sessuale: i rapporti sessuali qui sono annotati con minuziosità, quasi per conservarne il ricordo fuggevole) d'una speranza disperata: quella d'essere riamato in un rapporto impossibile, nel quale l'amato si fa vedere solo quando il bisogno (di denaro, di droga - consumata a fiumi - o di calore umano) lo spinge a cercare aiuto:
"Era un contratto troppo crudele: per potersi vedere, bisognava che lui stesse male e che io stessi bene" (p. 11).
Il masochismo di questo rapporto è peraltro esplicito:
"Tremo di tristezza. Per questa tristissima evidenza: amo di più chi mi umilia di più. Arrivare al masochismo fisico - molto più sopportabile del masochismo astratto?" (p. 59).
Il problema costituito dalla differenza d'età, anche:
"Nei ristoranti spagnoli: mai sentito tanto odio nei miei confronti: esco con un ragazzo troppo grande per essere mio figlio, troppo giovane per essere mio fratello": (p. 72).
Insomma, un rapporto dalle emozioni "pesanti", nel quale la sofferenza si mescola all'amore. Fino a spingere a chiedere:
"Quand'è che lo cancellerò dalla lista, questo miserevole piccolo idiota?" (p. 28).
Chi fosse intrigato da questa storia e sapesse il francese, può esplorare l'altra faccia della medaglia, leggendo l'intervista a Vincent Marmousez sulla sua "storia" con Guibert.