Attraverso un lavoro minuzioso di "smontaggio" e comparazione, l'autore cerca di isolare e riorganizzare il nucleo più antico (almeno 1000 a.C.) dei miti pederastici greci, per ritrovare le tracce d'una istituzione erotopedagogica iniziatica come quella ipotizzata da Jan Bremmer in: An enigmatic indo-european rite: pederasty, ("Arethusa", XIII 1980, pp. 279-298).

Un lavoro del genere non può naturalmente non essere controverso, in quanto obbligato a lavorare solo su "prove" che a volte sono persino più labili di semplici indizi.

Ciononostante Sérgent è riuscito a suggerire con ragionamenti suggestivi che fra le classi dirigenti della società greca pre-omerica esistesse una relazione educativa particolare.

In essa un adulto si faceva carico di un giovane aristocratico, gli trasmetteva la "virilità" attraverso rapporti sessuali, gli insegnava le arti dell'adulto (la caccia, la guerra), dopo di che il giovane "moriva" simbolicamente e rinasceva uomo (ecco perché nel mito i vari Giacinto, Ciparisso, Ila ecc. muoiono o spariscono con tanta facilità!).
Spesso l'adulto dava in moglie al giovane iniziato una parente.

Riallacciandosi allo studio di Angelo Brelich (Paides e parthenoi, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1969), Sérgent mostra come sotto molti miti omoerotici greci si nasconda questo schema iniziatico, a volte addirittura ribaltato (nel senso che originariamente il dio era l'amato, non l'amante!), e inoltre come molti di questi eromenoi, la cui tomba si conservava (!) in epoca storica, o di questi dèi, presiedessero ai "riti di passaggio" dall'infanzia allo status adulto sia di ragazze che di ragazzi nell'epoca classica.

Si tratta di un libro affascinante, che però presenta difficoltà di lettura a quanti non possiedano già almeno un'infarinatura di mitologia greca.