recensione diDaniele Cenci
Elementi di critica omosessuale [nuova edizione]
A 25 anni dalla prima edizione (a 50 dalla nascita, a 20 dal suicidio: 21 maggio 1952 - 12 marzo 1983), è più attuale che mai la tela tessuta dal giovanissimo Mario Mieli, inquieto e infaticabile militante della causa gay e transgender, tra i primi animatori dell'arcipelago glbt.
A cura di Gianni Rossi Barilli [sua un'imprescindibile storia de Il movimento gay in Italia (Feltrinelli, 1999)] e di Paola Mieli, riappare in libreria un testo da troppo tempo introvabile, arricchito da alcuni saggi estremamente stimolanti (degli stessi curatori, e di Claude Rabant, Ch. Lane, D. Jacobson, Teresa de Lauretis etc.) che ne focalizzano i punti di fuga e lo cortocircuitano coi mutati orizzonti sociali o le impasses dell'attuale elaborazione queer.
In un'amalgama che fonde la percezione collettiva delle omosessualità con l'assimilazione e il superamento delle mode culturali, Mieli riuscì nei suoi Elementi (a poca distanza dall'altra luminosa meteora della gaya scienza europea, Le désir homosexuel di Guy Hocquenghem) ad affinare una gioiosa macchina teorica, coniugando le ragioni della rivolta con l'esplorazione di nuovi, inediti itinerari di liberazione, mixando Marx e Marcuse, il bisturi femminista con L'anti-Edipo, avvolgendo il tutto con una pungente ironia camp.
Memorabile l'attacco alla vulgata psicanalitica e ai suoi tabù sessuofobici; straordinaria la capacità di decifrare e smontare i meccanismi repressivi del potere patriarcale: lo testimoniano i capitoli "I maschi eterosessuali ovvero le criptochecche" e "Mens sana in corpore perverso".
Mieli approda ad una visione quasi utopica ("Verso il gayo comunismo"), ma resta pienamente cosciente del fatto che il Capitale e "lo status quo eterosessuale" sono pronti a disarmare qualsiasi serio tentativo di "traviare" la Norma omofobica dominante.