recensione diGiovanni Dall'Orto
Camere separate [1989]
Questo romanzo può essere considerato il "testamento spirituale" di Tondelli, morto di aids nel 1991, che qui tratta appunto del senso di perdita che colma il protagonista (che è l'autore stesso) di fronte alla prematura morte del suo partner (di aids, per quanto la parola non sia mai nominata).
L'autore riflette sulla sua relazione (ripercorrendone la storia un po' nomade attraverso l'Europa) e su se stesso, giungendo in alcuni punti a squarci introspettivi di grande bellezza e potenza. Questo, nonostante la visione ideologica del preteso "limite" della coppia gay, che non regge il confronto con quella, etero, della famiglia dell'amato, certo per colpa del rigurgito di cattolicesimo che caratterizzò l'ultima parte della vita di Tondelli.
Un libro davvero bello (forse il più bello di Tondelli), per quanto inevitabilmente malinconico.
Camere separate è il romanzo che permise a Tondelli di ritrovare il filo che aveva perso dopo Altri libertini, e dopo i non memorabili Pao Pao e Rimini.
Fu anche un romanzo di addio, un faccia-a-faccia con la morte incombente, infinitamente reticente ma costellato di insistiti indizi che permettono al lettore di capire che chi parla è Tondelli stesso. Ad esempio una pagina parla di un dipinto dell'Allegri, pittore di cui ci dice che è dello stesso paese da cui proviene il protagonista del romanzo.
Ebbene, l'Allegri è più noto nella storia dell'arte come "il Correggio", dal nome del suo paese natale, e Correggio è appunto il paese d'origine di Tondelli...
Esempi del genere si possono moltiplicare: è insomma Tondelli stesso a volerci fare sapere che il protagonista e l'autore si identificano, in questo romanzo, invitandoci a riferire a lui i pensieri e le vicissitudini del protagonista.
Camere separate è insomma una bomba a tempo, un messaggio in codice che solo dopo la morte dello scrittore si è potto decifrare.
Come lo è stato anche Un week-end postmoderno, summa di scritti che al momento della pubblicazione parve un gesto autocelebrativo ed arrogante per uno scrittore di soli trentacinque anni: oggi invece sappiamo che è nato come una sorta di opera postuma, un riordinamento delle carte sparse fatto poco prima di andarsene...
Leggendo Camere separate si rimpiange lo scrittore che Tondelli avrebbe potuto essere e non è stato. Sparse in un romanzo sempre di ottimo mestiere appaiono come fuochi d'artificio pagine di bellezza assolutamente perfetta che rivelano la mano del grande scrittore. Io adoro la breve, ma folgorante ed intensissima descrizione della madre e delle sorelle che si preparano per la messa, ma ognuno potrà citare il suo brano preferito.
Cosa sarebbe stato Tondelli se avesse potuto scrivere solo pagine come questa?
Cosa sarebbe stato Tondelli se non fosse stato afflitto dal problema di essere un omosessuale, e per di più uno di quelli che vivono con estremo pudore la loro diversità?
Ancora un paradosso: l'omosessualità ha dato (attraverso lo "scandalo") le ali a Tondelli, ma poi gli ha tagliato le gambe.
La storia non si fa con i "se", e Tondelli è stato lo scrittore che è stato. Non è lecito darsi a illazioni, ma certo è lecito esprimere il rimpianto per tanti scrittori che inseguono per anni una scrittura sempre più capace di scavare nel proprio animo, e poi non possono applicarla perché ciò significherebbe mettere a nudo i particolari di un "privato" omosessuale.
Le modalità della morte stessa di Tondelli, l'insistenza della famiglia nel negare che sia morto di aids, confermano una volta di più, nel caso ce ne fosse bisogno, la difficoltà che questo scrittore aveva nel rendere pubblico un "privato" percepito come "scandaloso".
Preso in mezzo tra la scelta di scrivere romanzi di successo ma senza anima come Rimini e scrivere ciò che davvero sentiva ma ahimé solo per dieci persone fidatissime, Tondelli ha esitato, e le tracce di questi ondeggiamenti si vedono in Camere separate, un toccante diario della sua convivenza con l'aids e l'idea della morte, che però fa i salti mortali per non nominare ciò di cui parla.
C'è da sperare che Tondelli sia stato l'ultimo grande scrittore italiano per il quale un'omosessualità imperfettamente accettata ha costituito un handicap espressivo gravissimo...