recensione diGiovanni Dall'Orto
Interrogatorio della contessa Maria [1926]
[Letto e citato nell'edizione Mondadori, Milano 1988].
Scritto verso il 1926, edito postumo, questo divertente libro è un finissimo esercizio del più puro camp omosessuale.
La "contessa Maria", divoratrice d'uomini, che l'autore finge d'intervistare in questo racconto, è palesemente (fin troppo: non a caso Palazzeschi non osò poi pubblicare!) un omosessuale che racconta (parlando di sé al femminile) le sue avventure.
Con questa ambiguità Palazzeschi si diverte a giocare: si veda per esempio a p. 37 l'esclamazione a doppio senso: "i valori della vita invertiti".
Ad ulteriore chiave d'interpretazione, il caffè da lui descritto è "Le giubbe rosse" (da lui frequentato), luogo d'incontro anche omosessuale della Firenze fra le due guerre.
Palazzeschi, con le sue domande alla "contessa", pone senza parere la questione del senso della vita omosessuale, dei suoi miti e riti, dei suoi valori così diversi da quelli della società "normale". In questo modo ci propone un documento di costume di interesse anche storico.
La prima parte del libro è dedicata a descrivere la filosofia di vita della "contessa", le sue opinioni sui "maschi" e sul modo migliore per acchiapparli; la seconda è invece dedicata all'esilarante racconto dell'iniziazione sessuale nell'adolescenza, e ai conseguenti problemi con la famiglia.
Si noti incidentalmente come a p. 42 si parli di come si faccia a "lavare la memoria" postuma di un personaggio "troppo" (omo)sessuale (il che fu fatto anche con lo stesso Palazzeschi, della cui omosessualità nessuno studioso non gay osa mai parlare).
Un ottimo libro.