recensione diGiovanni Dall'Orto
Uomini del crepuscolo. Propaganda omofoba del dopoguerra
Decadente romanzo del 1948 che per ha protagonista uno snervato omosessuale, una sorta di Oscar Wilde dozzinale e isterico, incapace di badare a se stesso e capace solo di comporre languide poesie.
Entrato in contatto col mondo gay di New York cadrà sempre più in basso, diverrà drogato e buono a nulla, fino a giungere all'omicidio e all'"immancabile" (temevamo non arrivasse più!) suicidio.
Una presentazione della vita omosessuale quanto mai stereotipata e carica di disprezzo, nonostante lo sforzo di riconoscere a questi figuri un certo qual talento artistico...
Una lesbica fa capolino a p. 118.