recensione diFrancesco Gnerre
Né con te né senza di te
"Omicidio-choc nella Milano della cultura": un uomo e una donna, entrambi persone di successo, sono trovati morti.
Come è detto nel linguaggio burocratico della richiesta di archiviazione del procedimento giudiziario, le indagini evidenziano con certezza che è stata l'indagata Vera Solari a uccidere Nicola Rovati, sparandogli a bruciapelo un colpo con pistola semiautomatica nel salone dell'appartamento dove avevano trascorso le ultime ore. Dopo l'omicidio la donna si è sparata al cuore. Lei era una brava giornalista e scrittrice, lui un avvocato di successo. I due stavano insieme da sette anni e la loro relazione sembrava pressoché perfetta.
Il romanzo, un originale giallo psicologico, è il tentativo di comprendere le ragioni di un'azione così estrema attraverso i racconti alternati di due voci narranti, quella di Vera, l'omicida-suicida, e quella di Francesco, l'amico gay di Nicola dai tempi del liceo e successivamente anche della donna.
I racconti di lei, dall'incontro con Nicola al loro primo viaggio a Londra alle prime crisi del rapporto rivelano insicurezze e paure che nascono da un passato catastrofico che emerge a poco a poco soprattutto attraverso la lettura di brani di un libro per bambini (un romanzo nel romanzo) che lei sta scrivendo.
Le parti narrative di Francesco, anch'egli esponente della "Milano della cultura" (fa il pubblicitario) sono più esterne, ma illuminano da un altro punto di vista tutta la vicenda fino a coglierne la verità più profonda. Il fatto che egli sia gay è un dato acquisito che non ha molto rilievo tanto che potremmo definirlo un personaggio "post-gay" secondo una tendenza che comincia a diffondersi nei paesi anglosassoni che vede esaurito il filone letterario della rivendicazione e della visibilità gay e comincia a costruire storie in cui i personaggi gay interagiscono con gli altri senza più il bisogno di una problematizzazione del tema.
Forse da noi la situazione è un po' diversa, ma a prescindere da una discussione che ci porterebbe lontani, l'analisi di questa passione dall'esito inevitabilmente tragico, è coinvolgente, e la Calvetti, al suo terzo romanzo, si rivela scrittrice di indubbia originalità.